martedì 18 novembre 2008
tempi che cambiano(?)
Ecco, mi sarebbe davvero piaciuto ascoltare i commenti del duce e del führer a una foto come questa.
mercoledì 5 novembre 2008
domenica 19 ottobre 2008
dilemmi
E' finalmente iniziato l'esodo di allontanamento da Saviano: prima Maroni e poi Fede hanno cominciato a mettere i puntini sulle "i".
Ora, una domanda mi ronza in testa: una volta che l'avranno lasciato ammazzare, chi sceglieranno come protagonista nella fiction di canale 5 che ne racconterà le vicende?
ps: no, Zingaretti s'è già bruciato con Montalbano e poi è troppo vecchio.
Ora, una domanda mi ronza in testa: una volta che l'avranno lasciato ammazzare, chi sceglieranno come protagonista nella fiction di canale 5 che ne racconterà le vicende?
ps: no, Zingaretti s'è già bruciato con Montalbano e poi è troppo vecchio.
martedì 7 ottobre 2008
tralfamadore
"I tralfamadoriani, secondo Salo, si fabbricavano a vicenda. Nessuno sapeva con certezza quale fosse l'origine della prima macchina.
La leggenda era questa:
C'erano una volta su Tralfamadore creature che non assomigliavano affatto alle macchine. Non erano affidabili. Non erano efficienti. Non erano prevedibili. Non erano durevoli. E queste povere creature erano ossessionate dall'idea che tutto ciò che esisteva doveva avere uno scopo e che certi scopi erano più nobili di altri.
Queste creature passavano quasi tutto il loro tempo cercando di scoprire quale fosse il loro scopo. E ogni volta che scoprivano quello che sembrava il loro scopo, quello scopo sembrava così abietto che le creature si sentivano riempire di disgusto e di vergogna.
E, piuttosto che prestarsi ad uno scopo così abietto, le creature facevano una macchina proprio per adibirla a quello scopo. Ciò le lasciava libere di prestarsi a più nobili scopi. Ma ogni volta che le creature trovavano uno scopo più nobile, quello scopo non lo era abbastanza.
Così si costruivano macchine che servivano anche agli scopi più elevati.
E le macchine facevano tutto con tanta abilità che si finì per dare a loro l'incarico di scoprire quale poteva essere lo scopo più eccelso delle creature.
Le macchine riferirono in tutta onestà che non si poteva proprio dire che le creature avessero uno scopo.
Al che le creature cominciarono a massacrarsi, poiché odiavano soprattutto le cose che non avevano uno scopo.
E scoprirono che non erano molto brave neppure a massacrarsi. Perciò affidarono alle macchine anche quell'incarico. E le macchine lo portarono a termine in meno tempo di quanto ce ne voglia per dire: 'Tralfamadore'."
Kurt Vonnegut - Le sirene di Titano
La leggenda era questa:
C'erano una volta su Tralfamadore creature che non assomigliavano affatto alle macchine. Non erano affidabili. Non erano efficienti. Non erano prevedibili. Non erano durevoli. E queste povere creature erano ossessionate dall'idea che tutto ciò che esisteva doveva avere uno scopo e che certi scopi erano più nobili di altri.
Queste creature passavano quasi tutto il loro tempo cercando di scoprire quale fosse il loro scopo. E ogni volta che scoprivano quello che sembrava il loro scopo, quello scopo sembrava così abietto che le creature si sentivano riempire di disgusto e di vergogna.
E, piuttosto che prestarsi ad uno scopo così abietto, le creature facevano una macchina proprio per adibirla a quello scopo. Ciò le lasciava libere di prestarsi a più nobili scopi. Ma ogni volta che le creature trovavano uno scopo più nobile, quello scopo non lo era abbastanza.
Così si costruivano macchine che servivano anche agli scopi più elevati.
E le macchine facevano tutto con tanta abilità che si finì per dare a loro l'incarico di scoprire quale poteva essere lo scopo più eccelso delle creature.
Le macchine riferirono in tutta onestà che non si poteva proprio dire che le creature avessero uno scopo.
Al che le creature cominciarono a massacrarsi, poiché odiavano soprattutto le cose che non avevano uno scopo.
E scoprirono che non erano molto brave neppure a massacrarsi. Perciò affidarono alle macchine anche quell'incarico. E le macchine lo portarono a termine in meno tempo di quanto ce ne voglia per dire: 'Tralfamadore'."
Kurt Vonnegut - Le sirene di Titano
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giovedì 2 ottobre 2008
costituzione
Perché leggere il papiello sottostante? Perché spiega dettagliatamente (soprattutto nella seconda e terza parte) in che modo il nostro premier si sta autoeleggendo pontefice universale, in barba ai quei simpatici matusa che nel lontano '47 scrissero la costituzione, e in culo a noi che fra qualche mese non l'avremo più.
"Mi dispiace... ma io so io... e voi non siete un cazzo!"
Il Marchese del Grillo
29 settembre 2008, in Marco Travaglio
I padrini ricostituenti
Ora d'aria
l'Unità, 30 settembre 2008
Al Tappone ha voluto festeggiare il suo 72° compleanno nel solco della tradizione: raccontando balle. Ha fatto la solita lista di processi a suo carico, esagerando un po’(“100 procedimenti, 900 magistrati che si sono occupati di me e del miogruppo, 587 visite della polizia giudiziaria, 2500 udienze, 180 milionidi euro per le parcelle di avvocati e consulenti”) e senza rendersiconto che anche un decimo di quelle cifre in qualunque altro paeseavrebbe catapultato il premier, se non in galera, almeno fuori da Palazzo Chigi. Ha ripetuto di essere “sempre stato assolto”, mentre ha avuto 6 prescrizioni perché lui stesso ha dimezzato i termini di prescrizione (controriforma del falso in bilancio e legge ex-Cirielli) e 2 assoluzioniperché “il fatto non costituisce più reato” in quanto lui stesso l’hadepenalizzato (sempre il falso in bilancio). Ha raccontato che la leggeAlfano è “comune ad altri Paesi europei”, mentre non esiste democrazia al mondo che preveda l’immunità per il premier(Grecia, Portogallo, Francia e Israele la contemplano solo per il capodello Stato). E s’è dimenticato di spiegare come mai, appena passato ilDolo Alfano, il suo avvocato on. Niccolò Ghedini annunciò chelui non l’avrebbe usato perchè voleva essere assolto, mentre orapretende di applicarlo pure al coimputato Mills con la sospensione urbiet orbi del processo.
Per fortuna esiste ancora un giudice a Milano, anzi parecchi: per esempio quelli del processo Mediaset (D’Avossa, Guadagnini e Lupo), che hanno accolto la questione di incostituzionalità dell’Alfano proposta dal pm Fabio De Pasquale,inoltrandola alla Corte costituzionale perché la porcata vengadichiarata illegittima. Cioè nulla. I testi di De Pasquale e del Tribunale, sono la più plateale smentita alle balle del Cainano,sulla scorta di quel documento eversivo che è la Costituzione. Secondoil pm, l’Alfano la viola in quattro punti. 1) Se l’art. 3 statuisce l’eguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge e dunque l’art.112 prevede l’azione penale obbligatoria,non si vede come si possano sospendere i processi a carico delle 4 altecariche dello Stato senz’alcun vaglio sulla gravità dei reati commessiné alcun filtro sull’opportunità di una scelta tanto pesante. Giàbocciando il lodo Maccanico-Schifani, la Consulta aveva contestato ilcarattere generale e automatico della norma, ma Alfano se n’èinfischiato e l’ha riproposta tale e quale. 2) Per l’art. 136, le leggi dichiarate incostituzionali sono nulle, dunque non si possono ripresentare: nullo lo Schifani, nullo anche l’Alfano. 3) La figura delle 4 “alte cariche”, per la nostra Costituzione, non esiste.Esse hanno diverse fonti di legittimità:il presidente della Repubblicaè eletto dal Parlamento in seduta comune più i presidenti di Regione; ipresidenti delle Camere sono eletti dalle Camere; il premier è nominatodal capo dello Stato. Accomunarli nello stesso calderone impunitarionon ha alcun senso. 4) Per derogare al principio costituzionale di eguaglianza, occorre una legge costituzionale:infatti sono articoli o leggi costituzionali a stabilire trattamentispeciali per ministri, capo dello Stato, giudici costituzionali eparlamentari. L’Alfano è una legge ordinaria, dunque non vale.
De Pasquale cita i lavori della Costituente, dove nel 1947 sidiscusse se immunizzare il Presidente della Repubblica (non certoquelli del Consiglio o delle due Camere) per reati comuni commessifuori della sua funzione. L’on. Bettiol la propose, ma fu bocciato a larga maggioranza. Calossoobiettò: “Non vedo la necessità di costituire al Capo dello Stato unaposizione speciale. Abbiamo una magistratura che è sovrana ed è uno deipoteri dello Stato… Persino presso certi popoli coloniali è possibilechiamare dinanzi al giudice il governatore”. Il grande Mortatirivelò: “Si è omessa intenzionalmente ogni regolamentazione dellaresponsabilità ordinaria del Presidente. E’ una lacuna volontaria dellaCarta costituzionale”. Il presidente dell’Assemblea, Meuccio Ruini, tagliò corto: “Meglio una lacuna che un privilegio troppo grande per il Presidente, il quale è sempre cittadino fra i cittadini,anche se ricopre il più alto ufficio politico. Non ammetterei che per 7anni il Presidente della Repubblica non rispondesse alla giustizia delsuo Paese”. Altri tempi, altri padri costituenti. Poi arrivarono i padrini ricostituenti a spiegarci che la legge è uguale per tutti, tranne quattro.
Marco Travaglio
preso da:
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it
Piccola postilla:
"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione."
Pietro Calamandrei
Se invece prendete la strada di Arcore, troverete il luogo dove si consuma la sua agonia.
"Mi dispiace... ma io so io... e voi non siete un cazzo!"
Il Marchese del Grillo
29 settembre 2008, in Marco Travaglio
I padrini ricostituenti
Ora d'aria
l'Unità, 30 settembre 2008
Al Tappone ha voluto festeggiare il suo 72° compleanno nel solco della tradizione: raccontando balle. Ha fatto la solita lista di processi a suo carico, esagerando un po’(“100 procedimenti, 900 magistrati che si sono occupati di me e del miogruppo, 587 visite della polizia giudiziaria, 2500 udienze, 180 milionidi euro per le parcelle di avvocati e consulenti”) e senza rendersiconto che anche un decimo di quelle cifre in qualunque altro paeseavrebbe catapultato il premier, se non in galera, almeno fuori da Palazzo Chigi. Ha ripetuto di essere “sempre stato assolto”, mentre ha avuto 6 prescrizioni perché lui stesso ha dimezzato i termini di prescrizione (controriforma del falso in bilancio e legge ex-Cirielli) e 2 assoluzioniperché “il fatto non costituisce più reato” in quanto lui stesso l’hadepenalizzato (sempre il falso in bilancio). Ha raccontato che la leggeAlfano è “comune ad altri Paesi europei”, mentre non esiste democrazia al mondo che preveda l’immunità per il premier(Grecia, Portogallo, Francia e Israele la contemplano solo per il capodello Stato). E s’è dimenticato di spiegare come mai, appena passato ilDolo Alfano, il suo avvocato on. Niccolò Ghedini annunciò chelui non l’avrebbe usato perchè voleva essere assolto, mentre orapretende di applicarlo pure al coimputato Mills con la sospensione urbiet orbi del processo.
Per fortuna esiste ancora un giudice a Milano, anzi parecchi: per esempio quelli del processo Mediaset (D’Avossa, Guadagnini e Lupo), che hanno accolto la questione di incostituzionalità dell’Alfano proposta dal pm Fabio De Pasquale,inoltrandola alla Corte costituzionale perché la porcata vengadichiarata illegittima. Cioè nulla. I testi di De Pasquale e del Tribunale, sono la più plateale smentita alle balle del Cainano,sulla scorta di quel documento eversivo che è la Costituzione. Secondoil pm, l’Alfano la viola in quattro punti. 1) Se l’art. 3 statuisce l’eguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge e dunque l’art.112 prevede l’azione penale obbligatoria,non si vede come si possano sospendere i processi a carico delle 4 altecariche dello Stato senz’alcun vaglio sulla gravità dei reati commessiné alcun filtro sull’opportunità di una scelta tanto pesante. Giàbocciando il lodo Maccanico-Schifani, la Consulta aveva contestato ilcarattere generale e automatico della norma, ma Alfano se n’èinfischiato e l’ha riproposta tale e quale. 2) Per l’art. 136, le leggi dichiarate incostituzionali sono nulle, dunque non si possono ripresentare: nullo lo Schifani, nullo anche l’Alfano. 3) La figura delle 4 “alte cariche”, per la nostra Costituzione, non esiste.Esse hanno diverse fonti di legittimità:il presidente della Repubblicaè eletto dal Parlamento in seduta comune più i presidenti di Regione; ipresidenti delle Camere sono eletti dalle Camere; il premier è nominatodal capo dello Stato. Accomunarli nello stesso calderone impunitarionon ha alcun senso. 4) Per derogare al principio costituzionale di eguaglianza, occorre una legge costituzionale:infatti sono articoli o leggi costituzionali a stabilire trattamentispeciali per ministri, capo dello Stato, giudici costituzionali eparlamentari. L’Alfano è una legge ordinaria, dunque non vale.
De Pasquale cita i lavori della Costituente, dove nel 1947 sidiscusse se immunizzare il Presidente della Repubblica (non certoquelli del Consiglio o delle due Camere) per reati comuni commessifuori della sua funzione. L’on. Bettiol la propose, ma fu bocciato a larga maggioranza. Calossoobiettò: “Non vedo la necessità di costituire al Capo dello Stato unaposizione speciale. Abbiamo una magistratura che è sovrana ed è uno deipoteri dello Stato… Persino presso certi popoli coloniali è possibilechiamare dinanzi al giudice il governatore”. Il grande Mortatirivelò: “Si è omessa intenzionalmente ogni regolamentazione dellaresponsabilità ordinaria del Presidente. E’ una lacuna volontaria dellaCarta costituzionale”. Il presidente dell’Assemblea, Meuccio Ruini, tagliò corto: “Meglio una lacuna che un privilegio troppo grande per il Presidente, il quale è sempre cittadino fra i cittadini,anche se ricopre il più alto ufficio politico. Non ammetterei che per 7anni il Presidente della Repubblica non rispondesse alla giustizia delsuo Paese”. Altri tempi, altri padri costituenti. Poi arrivarono i padrini ricostituenti a spiegarci che la legge è uguale per tutti, tranne quattro.
Marco Travaglio
preso da:
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it
Piccola postilla:
"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione."
Pietro Calamandrei
Se invece prendete la strada di Arcore, troverete il luogo dove si consuma la sua agonia.
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lunedì 29 settembre 2008
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Molto, ma molto meglio di wikipedia.
http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Pagina_principale
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lunedì 22 settembre 2008
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