venerdì 29 febbraio 2008

futura sociologia comparata

Ora, basandoci sui recenti ritrovamenti effettuati dall'equipe di studenti della facoltà di "Archeologia dell'età media" dell'Università degli studi Giustino Tammaro di Roccabascerana, coordinata dal professor Brian Galli Mincialone, prendiamo in esame alcuni aspetti caratteristici delle società del meridione italiano, nel periodo di poco precedente al distaccamento tellurico della Campania dalla penisola italiana.

Maddaloni Inferiore, sala d'aspetto della stazione ferroviaria, fine Febbraio 2008: i muri raccontano...

1) Voi sporchi ucraini siete tutti zingari. Bastardi morti di fame.
Espressione abbastanza frequente in ambienti studenteschi. Dalle nostre ricostruzioni risulta che i ragazzi fossero soliti chiamarsi tra loro "zingari" con tono affettuosamente scherzoso. Da ciò si evince la notevole disponibilità all'accoglienza nei confronti degli immigrati dell'est Europa, "sporchi" e "morti di fame" per via del lungo viaggio per giungere in Italia. Appellando tutti gli ucraini come indistintamente "zingari", gli abitanti del luogo dimostrano la loro piena apertura nei confronti dello straniero. Restano dubbi su "bastardi": etimologia incerta.

2) Napoli siamo nazzisti.
Stessa mano della scritta precedente. Sulla base di teorie non ben fondate, etnologi di scuola diversa da quella dello scrivente, sono portati a sostenere che questa frase, assieme col frammento 1), sia in realtà espressione lampante dell'insofferente ignoranza caratteristica di gran parte della popolazione campana dell'epoca: rappresenterebbe il suo rifiuto per l'invasione straniera in sfoghi linguistici grammaticalmente sconclusionati.
Noi siamo invece molto più portati a sottolineare l'arguzia e la creatività delle giovani menti maddalonesi: notevole è infatti il neologismo - svanito nei periodi successivi - che unisce le parole "nazista" e "razzista", prendendo a prestito una "z" dalla seconda per accentuare il significato xenofobo della prima.

3) Non sapete scrivere bestie ignoranti.
Fuori gli etnocentrismi dal mondo.
Commento ai frammenti già citati, di epoca ad essi posteriore: probabile opera di antropologi assolutisti.

4) X incontri hard.
Corredata da numero telefonico purtroppo cancellato - probabilmente grattando via l'intonaco con un giravite o una chiave. Espressione che testimonia del diffusissimo senso di isolamento affettivo nelle società occidentali nei primi anni del III millennio. Per sopperire alla mancanza di amore si usava affidare i propri desideri e la propria disponibilità all'accoppiamento a scritte sui muri.

5) Natale senza soldi.

Probabile risposta alla frase precedente: l'amore nel III millennio aveva smesso da tempo di essere qualcosa di gratuito. Da notare che la mano che scrive è la medesima del frammento 3): se ne può dedurre che gli antropologi dell'epoca non godessero dei medesimi vantaggi economici cui hanno accesso ai giorni nostri.

6) Gaetano 'o kille.
Elisione della "r": esempio dell'assimilazione costantemente "filtrata" della lingua anglica da parte delle popolazioni italiche.

7) Lucia e Ciro si amano.
A causa dei problemi di memoria causati dalla sovrabbondanza di diossina nell'aria, nel terreno e nei cibi, gli abitanti della provincia di Caserta erano costretti ad appuntarsi - ovunque fosse possibile - ogni singolo evento della loro vita. Probabilmente sia Ciro che Lucia portavano inciso sui propri copricapo la medesima scritta, affinché fosse loro sempre possibile riconoscersi come coppia monogama.

8) Rikordo di Elvira

Idem come sopra, ma il soggetto appare caratterizzato da un danno mnemonico anche maggiore rispetto al caso precedente. Il bisogno di ricodare si spinge fino all'identità stessa della scrivente. Dal punto di vista linguistico notiamo l'avanzato stato di kappizzazione delle "c".

9) Lavezzi mitico

Dio del cross, protettore dei rigori procurati, adorato in tutta la Campania. Grande Pocho!

10) Sanciopenza.blogspot.com
Ritrovata su un foglietto adesivo incollato al muro, e miracolosamente giunto intatto fino a noi. Nessuna ipotesi sul significato della scritta appare per ora fondata.

sabato 23 febbraio 2008

irata

L'insolente promessa sciocca vacua solenne di bastare a sé.

giovedì 21 febbraio 2008

frozen

Proponetelo anche a tutti quei gran pezzi di membri del PD (Pe' Dove?) e del PDL (Pe' Di Là!)... ditegli: "Se riesci a stare fermo e immobile e zitto e mosca per diciamo 3 mesi, diciamo che io ti voto." Che poi mentiate non è affar mio, ma magari quelli ci credono e noi ce ne possiamo stare tranquilli per un pò.

domenica 17 febbraio 2008

lei non ha speranze?

Un stecchetto
senza testa
balla e canta
e dice messa.

Prende un'ostia
e la sconsacra
predicando
l'insalata.

Ha le antenne
e le condanna,
mangia poco
eppure azzanna.

Entra il prete
e lo bastona:
la sua fame
è troppo buona.

giovedì 14 febbraio 2008

politically incorrect

Dopo Pato anche Ronaldo. Sta a vedere che adesso Berlusconi comincia ad interessarsi al dramma degli infortuni sul lavoro.

mercoledì 13 febbraio 2008

non ingroppare la donna d'altri (e manco la tua)

Caro Nanni, hai sgarrato! Vabbene er comunismo giovanile, chiudemo n'occhio su er prete nevrastenico, scordamose pure 'a palombella rossa e famo finta de nun vede er caimano... Ma 'a pecorina no! Fijo mio, 'a pecorina è peccato mortale!

Questo, in sostanza, è l'also sprach di
Don Nicolò Anselmi, responsabile della Cei per la pastorale giovanile. Alla notizia dell'ebbra e violenta quanto basta sgroppatina cinematografica di Nanni Moretti e Isabella Ferrari - non si capisce se il prelato abbia preso visione del peccaminosissimo atto, o gliene sia stato solo riferito - il povero curato si lagna così:

"Da un bravo regista e coraggioso idealista come Moretti e da un volto sensibile e delicato come la Ferrari mi sarei aspettato una scena romantica, soffusa, tenera, magari un momento d'amore aperto alla vita, ad un figlio."

Come a dire, la prossima volta non vi potete semplicemente tenere mano nella mano per dieci minuti di fronte alla telecamera, con gli occhi rivolti al cielo in attesa dell'illuminazione mistica e/o dell'arcangelo ingravidatore e/o della cicogna? Adesso per rimediare sarebbero d'uopo le nozze in chiesa, due pargoli di nome Matteo e Luca, un cane, la station wagon e la tessera dell'Opus Dei.
Ma, cari lettori, cerchiamo di andare oltre le solite facili ironie anticlericali e addentriamoci in dettagli scabrosi, un pò per desiderio di gossip, un pò per approfondire l'analisi psicologico-religiosa. Don Anselmi continua così:

"I due attori fanno l'amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia: capisco che la scena vada letta e inserita nel contesto del film, ma confesso che anch'io sono rimasto stupito e disturbato. Molte persone osservano che i consacrati non possono e non devono parlare di sessualità corporea perchè non la vivono. Mi sento di poter dire che noi la conosciamo e la stimiamo così bella e importante che ogni giorno la offriamo sull'altare, doniamo a Dio ed alla nostra comunità il nostro celibato, con fatica e con gioia. Per questo preghiamo per chi svaluta questi gesti".

I primi punti di attrito tra la morettiana pecorina e la cattolica dottrina sono dunque:

1) in piedi: il simpaticone che è in me potrebbe per prima cosa osservare che se ai preti non piace che si faccia l'amore in piedi è perché a parecchi di loro aggrada invece molto di più lo scranno del confessionale, dove sedersi comodamente con pargoli in braccio. Ma non si può certo far di tutta un'erba un fascio (o un clero). Resta allora la domanda sul perché di tanto astio per la posizione eretta durante la copula. Una rispota può essere che forse Don Anselmi, abituato ad offrire
quotidianamente "con fatica e con gioia" a dio e alla "comunità il nostro celibato" in piedi da dietro l'altare (come lui stesso sottolinea), confonda quest'ultimo tipo di sessualità con quella efficacemente mostrata da Moretti e dalla Ferrari (per entrambi precontratto pronto con Riccardo Schicchi), e che di conseguenza trasponga la scomodità e i dolori di schiena dovuti ad un'ora di letture sacre in piedi, al godimento di qualche minuto a cavallo. La questione ed i consigli sarebbero quindi, almeno dal suo punto di vista, eminentemente tecnici.

2) vestiti: questo è forse il punto più enigmatico: da quel che so per il cattolicesimo il corpo è peccaminoso, e meno se ne vede, meno si rischia. E poi, a voler esser di nuovo simpatiche canaglie, c'è da dire che di solito gli ex bambini preferiti raccontano che ai loro amorevoli tutori non piaceva togliersi la tunica, e che sbrigavano ogni santo uffizio slacciando solo un paio di bottoni. La questione rimane quindi - da un punto di vista diciamo di analisi pezzotto-freudiana - pienamente aperta.

3) senza guardarsi in faccia: questo punto invece mi pare un chiaro ed esplicito tentativo di suffragare il sempre rinascente antievoluzionismo: solo gli animali trombano senza guardarsi in faccia; gli uomini fatti non foste per viver come bruti; quindi (terzo passaggio del sillogismo), trombare senza guardarsi negli occhi è da bestie.
Giusto, ha ragione Don Anselmi. In effetti però è proprio quello lo sfizio (senza contare che anche le scimmie possono copulare guardandosi in faccia; ma questo non diciamolo a Don Anselmi, sennò gli si rivolta contro la teoria).

E', però, la chiusa del discorso - inserito nel
la newsletter(!!!) inviata ai ragazzi italiani che si preparano alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney - di Don Anselmi che lancia i moniti più allarmanti, ai quali sentiamo di unirci con sentita e preoccupata partecipazione, dato il contenuto sociale e non semplicemente religioso del loro messaggio:

"
Spesso sono i più deboli, i più poveri culturalmente ad essere segnati da questi cattivi insegnamenti e vengono travolti da fantasie erotiche che diventano dipendenza e sfociano nella violenza."

Mario, 18 anni, costretto su una sedia a rotelle a causa di una grave masturbazione epidermica. Guido, 32 anni, ha venduto i mobili di sua madre per comprare l'intera collezione dei VHS originali di Selen. Monica, 27 anni, ha evirato per sbaglio suo marito con le unghie durante un rapporto violento.
Salve, sono Claudia Koll. Anch'io, come queste persone sono passata nell'incubo degli impulsi sfenati e del sesso esplicito, dando via il culo a Tinto Brass. Grazie all'aiuto di Dio e di Sanremo sono riuscita a uscire dal vortice della perversione dell'erotismo commerciale. Milioni di persone però non ce l'hanno fatta...
Le fantasie erotiche portano dipendenza e violenza.
Dici si alla vita, dici no ai tuoi impulsi sessuali.

lunedì 11 febbraio 2008

e anche non aver fondato un gruppo dal nome così ridicolo

Se non altro, quando gli anni '80 2.0 (leggi: anni '10 del primo secolo del III millennio del calendario occidentale) saranno passati, potrò difendermi dai critici dicendo che fra i tanti crimini indicibili di cui mi sono macchiato non rientra l'aver ceduto alla moda di questo taglio di capelli.

sabato 9 febbraio 2008

calci nel deretano

Tempi magri per ridere. Nei cabaret statali impiegati comici si dilettano nella parte dei buffoni a comando, divertendo la platea nelle cui prime file siede il re, i suoi pari e tutto il loro codazzo di paggi a stipendio. Giullari e mentecatti aspettano fuori dal teatro, ma non hanno uova da lanciare, e se pure ce le hanno preferiscono la frittata.
A voler guardare il mondo con occhio a-politico c'è da essere molto più tristi piuttosto che a volerlo cambiare. Vale a dire che le cose si mettono male non solo per chi ancora crede in un voto democratico, ma anche e soprattutto per i semplici, per tutti i Sancio Panza veri o presunti di cui ancora, malgrado tutto, è pieno questo paese: soprattutto per loro diventerà sempre più difficile (far finta di) farsi bastare un 3/4 di aglianico, 2 mammelle e 4 risate... e paradossalmente ciò avverrà proprio perchè è su queste cose che si pretende di fondare l'intera politica, l'intero sistema socioeconomico delle nostre vite future.
La mia non è una condanna morale del populismo (che pure forse sarebbe consona) o della commercializzazione sfrenata dei primari istinti gioiosi dell'essere umano. Il mio problema è che credo che a breve non sarò più in grado di godere di quegli istinti (oddio, il fatto che io stia qui alle 23:32 di un Sabato sera mi spinge a pensare che oramai la cosa sia già in atto...). Il problema per me è che: 1) il vino allungato ad acqua (perché se vuoi che la politica si fondi sul vino, lo devi "allungare" per forza) non mi 'mbriaca, 2) la chiappa patinata di plastica mi attizza (che credevate??!!), ma mi lascia molto sconfortato e insoddisfatto (questa è una cosa che in effetti dovrei cercare di capire meglio) , 3) le risate di sottofondo come quelle dei tefefilm americani non mi fanno ridere, così come non riesco a ridere se la cosa dev'essere un gesto di cortesia o, peggio, di compiacimento collettivo. Le risate preordinate non mi fanno ridere. Sono tristi e basta (al paragrafo risate si potrebbero aggiungere quelli "applausi", "emozione", "forte emozione", "commozione", "sentore dell'epicità del momento", ecc.).
Qualcuno diceva qualche anno fa che non si ride abbastanza; io credo invece che si rida troppo, ma nei luoghi e nei modi meno opportuni. Chi sono io - dite voi - per stabilire quando e come una ristata è opportuna? Sono uno che trova difficile ridere alla cose per cui oggi si ride. Mi piacerebbe poter circoscrivere il significato di "oggi" al contesto televisivo, ma purtroppo la straripanza del catodico umorismo negli umori del reale mi sembra ormai un dato incontrovertibile. Ovviamente sono io che mi andrò ad estinguere. Il che dal mio punto di vista è un evento comico. Ma proprio il riconoscere la mia stessa probabile estinzione come evento comico è sintomo della mia incompatibilità con la comicità oggi dominante. E' un circolo vizioso. L'unico modo per interromperlo è abbassarsi i pantaloni e porsi ad angolo retto.

venerdì 1 febbraio 2008

dance, dance, dance, dance, dance, to the radio

No language, just sound, that's all we need know, to synchronise
love to the beat of the show.




Tornassero almeno gli anni '80, fossimo noi più glamour, più dark, più metallari, più paninari. Si smettesse almeno di piangere al video, per tornare a cosa poi, al dance to the radio? Ma dicono sia in effetti sempre lo stesso, e forse ieri era anche peggio. Si guarda altrove per non sentirsi soli, si bramano decadi andate, mode passate, per aver l'impressione che il presente sia parentesi, degenerazione, accidente. Solo la bellezza resta, ma quella del momento, che poco aiuta la mattina presto. Ma la verità è che io non ho capito niente, che noi copiamo tutto, e siamo le ombre di noi stessi, di progetti forse nostri o forse no, dei nostri incubi repressi, di una tecnologia che ci manovra, di uno schermo che ci appiattisce, anche quando è interattivo e virtualmente ci risponde... anche allora, soprattutto allora, il nostro culo ne risente, si atrofizza la mente, siamo divorati dal presente. Fuggite, sapiens, fuggite. Fuggiamo umani, rinserriamo le fila delle nostre paure e spandiamole in piazza senza fare show, solo per liberarcene, o per lo meno far finta di liberarcene. Che forse in effetti è il terrore che ancora ci mantiene vivi, l'unico appiglio che ci aggrappa sull'orlo di un burrone vuoto, di un nulla che subsonicamente esploderà, ma lo farà sempre all'interno, perchè non c'è rivoluzione che tenga quando il nemico, il male, non è identificabile in qualcosa di materiale, poichè tutto è materia, noi per primi e non sappiamo più scindere ormai, tanto che anche le informazioni, le parole sono materiali. Non carne, ma plastica.
Siamo un'epoca non biodegradabile.