martedì 29 aprile 2008

lunedì 28 aprile 2008

la piccola azione democratica quotidiana

Non so se possa valere come risarcimento, però Venerdì ho convinto pedantemente il Ghigno - con tanto di approfondita analisi del sistema dell'editoria italiana - a sottoscrivere le proposte di referendum di Grillo. Vi assicuro che ce n'è voluta, non si fidava. Alla fine m'ha aiutato la sua ragazza, alla quale ho spiegato che con l'abolizione dell'ordine dei giornalisti lei non avrebbe più dovuto pagare la quota annua per il suo patentino di pubblicista.

Io ho convinto lei facendo leva sulla questione economica e lei ha conseguentemente convinto lui facendo leva su non so cosa: gli ha parlato all'orecchio con la faccia seria e lui è corso a firmare. Bismarck la chiamava Realpolitik.

Certo, non cancella il voto a Casini, però ammetterete che come operatore democratico sto migliorando.

giovedì 24 aprile 2008

post semiserio

Qua non sappiamo più quanto stiamo antanto su questa tera...

I problemi del "fascino" e della "direzione" sono strettamente collegati. Una "direzione" netta (sia essa la dittatura del proletariato o la conquista dell'Abissinia - fatte le solite dovute e necessarie differenze) è, per ampi strati della società civile, automaticamente carica di fascino. Quando manca l'ideologia (e non sono tra quelli che credono che ciò sia un male, per lo meno se intesa in senso "classico"), ad attrarre maggiormente sono 1) gli pseudo-valori tramandati (dio-patria-familgia), che il loro appeal ce l'hanno sempre, e 2) le cose "luccicanti", come l'abolizione dell'ICI o Ronaldinho al Milan. Dove manchino "valori" e "direzione", l'odierno "capitale" - permissivo e patinato, ben diverso da quello autoritario e cafone dei nostri nonni - ha gioco facile a ingurgitare ogni cosa. Che i "valori non svendibili" (cito da Casini) siano un interesse fittizio degli italiani lo dimostra il fatto che lo stesso Casini senza l'alleanza con l'impero della libertà sia, elettoralmente parlando, una nullità o poco più.

In sostanza, quindi, l'Italia è una bimba che ama le cose luccicanti. E direi che quanto a luccicanza Berlusconi è meglio di Mastro Lindo. Ora, se si è deciso di non emigrare, la questione è: competere formalmente con Mastro Lindo sul suo terreno, restando sostanzialmente diversi da lui. Walter, per dirne una, ha fatto una campagna elettorale sostanzialmente luccicante, e formalmente antica. Ossia il peggio del peggio.

Ma tornando a noi, "far luccicare" - per esempio - il commercio etico è molto più difficile che far "luccicare" il capello tinto di Berlusconi. La vera sfida è capire far capire che cose apparentemente piccole - il risparmio energetico, il rispetto delle libertà civili, la meritocrazia, la raccolta differenziata, la trasparenza etica delle istituzioni, la separazione della sfera pubblica da quella privata non solo in politica - pur se non connesse di per sé da un'ideologia (sempre nel senso "classico" del termine") di fondo che le sorregga, rappresentano già una "direzione". Una "direzione" che non sbrilluccica perché mira a piccole concretezze positive, che rendano migliore la vita nostra e di chi ci cammina accanto per le strade.

La domanda che mi e vi pongo è: "Come si può tradurre tutto ciò in politica reale? Bisogna far passare questi temi all'interno delle trame di partito - quale che sia - o puntare sul piccolo e quotidiano?"

martedì 22 aprile 2008

l'intellettuale dipartito

Il Ghigno era mio compagno di banco al liceo. Ci conosciamo da quando avevamo 6 anni. Abbiamo spartuto - tra le altre cose - fame, suonn' e mazzate. Prima delle elezioni mi si dichiara propenso a votare PD. Io una sera che siamo 'briachi - un mesett'e mezz fa - lo tengo in macchina fino alle 4:00 a.m. a distruggere presupposti ideologico-politici del PD (ce ne sono davvero?) e a raccontargli che bella risma di candidati aveva intenzione di mandare (e molti ce li ha mandati davvero) in parlamento.

Lui mi ha poi chiesto: "E scusa, a chi dovrei votare, a Berlusconi alleato con la lega?" E a quel punto io ho fatto il Sancio extraparlamentare, che la società la si cambia in mille modi, e il voto è lo strumento minore che abbiamo e bisogna agire culturalmente, quotidianamente e parlare con la gente e confrontarsi, e partire dal basso e bla bla bla... e che comunque a questo giro conveniva di gran lunga dare la propria preferenza (ho detto proprio così, "dare la propria preferenza") ai partiti più piccoli affinché raggiungessero la soglia dello sbarramento.

Ci siamo visti Venerdì sera. Ha votato Casini.

La prossima volta mi faccio i cazzi miei.

martedì 15 aprile 2008

Non pensare di fregare

La settimana scorsa, per circostanze che non sto a spiegarvi, ho visitato o' vasc (Il "basso" - loft per disagiati) di Totore, un simpatico tossico ex-giramondo che abita in un vicolo dei quartieri (spagnoli, per chi chiama da fuori Napoli).

Da tre anni a questa parte Totore ha raccolto, rubato e avuto in dono centinaia di immaginette sacre con le quali ha addobbato la stanzetta rendendola qualcosa di unico (lui sosteneva anche che le guide turistiche avessero inserito casa sua negli itinerari d'interesse artistico). Le luce artificiale era fornita quasi interamente da lampadine natalizie appese al basso soffitto e in giro per la stanza erano attaccati cartoncini con motti, proverbi e ammonimenti che molto davano da pensare: si spaziava dal "Benvenuti alla basilica del Santo Salvatore" (il nome aggiunto a penna su una targhetta di plastica presa chissà dove) campeggiante sulla porta d'ingresso, al "Si prega di non rubare. E' già tutto rubato", inserito in una cornicetta rossa.

Sul tavolino a fianco all'ingresso - unico ripiano utilizzabile del loft - si scorgevano mal celate un paio di spade, cucchiaini anneriti, cartine, cadaveri di sigarette, tabacco sparso e carte da gioco (francesi) strappate per ricavarne filtri. Il cartellino sul muro dietro il tavolo recitava: S' po' ffà sul chi s'addà fà, che sarebbe a dire: "E' capace di bucarsi solo chi è costretto a farlo". Ho provato a chiedere a Totore cosa costringa a farsi, ma è ovvio che a una domanda tanto idiota non si risponde. Però lui è stato gentile e non mi ha fatto pesare la mia idiozia.

Un paio d'ore dopo, per ulteriori circostanze che non sto nuovamente a spiegarvi, ho dovuto attraversare Piazza del Plebiscito durante il comizio di Uolter. La prima cosa che ho notato è che il suo non era un plebiscito (giuro non volevo fare la battuta, ma ormai ho scritto e lascio così): la piazza era per metà vuota (mi sa che pure Mino Reitano la riempiva di più). La seconda cosa che ho notato è stato uno striscione recante la traduzione in dialetto dello slogan uolteriano: S' po' ffà!

Allora ho capito perché Uolter sembra sempre anestetizzato: se la fa con Totore e si passano le spade e gli slogan. E' per questo che poi gira con gli occhi appesi, le guance molli, parla lento e spara cazzate: si fa.

Ora, quello che ho pensato è che dato che ormai i copyright di Totore erano violati, tanto valeva prendere dal suo repertorio una frase più adeguata rispetto al compromettente "si può fare":

Non pensare di fregare, stai già fregato. Totore
.

Magari voti in più non ne portava, ma di sicuro avrebbe avuto un impatto migliore.
Se poi al posto di Totore fosse da scrivere Silvio o Uolter o Fausto o Pierferd... lo lascio decidere a voi.

lunedì 14 aprile 2008

il ri-ritorno*

E adesso non ci resta che imbracciar il fucile e salire in montagna. Qualcuno ha un manuale del "partigiano del III millennio" da prestarmi?


* gesù per lo meno ebbe la decenza di ripresentarsi una volta sola.

sabato 5 aprile 2008

devil's plaything*



If you wanna touch flames
come on to me...


*ovvero: come trasformare un'orrida metallata tamarra in un pezzo pieno di fascino. e poi - se dobbiamo dirla tutta - a me melissa mi ispira molto di più della bruni.