martedì 18 novembre 2008

tempi che cambiano(?)


Ecco, mi sarebbe davvero piaciuto ascoltare i commenti del duce e del führer a una foto come questa.

mercoledì 5 novembre 2008

obama

Yes, he can.
Tu no can, Walter.

domenica 19 ottobre 2008

dilemmi

E' finalmente iniziato l'esodo di allontanamento da Saviano: prima Maroni e poi Fede hanno cominciato a mettere i puntini sulle "i".
Ora, una domanda mi ronza in testa: una volta che l'avranno lasciato ammazzare, chi sceglieranno come protagonista nella fiction di canale 5 che ne racconterà le vicende?

ps: no, Zingaretti s'è già bruciato con Montalbano e poi è troppo vecchio.

martedì 7 ottobre 2008

tralfamadore

"I tralfamadoriani, secondo Salo, si fabbricavano a vicenda. Nessuno sapeva con certezza quale fosse l'origine della prima macchina.
La leggenda era questa:

C'erano una volta su Tralfamadore creature che non assomigliavano affatto alle macchine. Non erano affidabili. Non erano efficienti. Non erano prevedibili. Non erano durevoli. E queste povere creature erano ossessionate dall'idea che tutto ciò che esisteva doveva avere uno scopo e che certi scopi erano più nobili di altri.
Queste creature passavano quasi tutto il loro tempo cercando di scoprire quale fosse il loro scopo. E ogni volta che scoprivano quello che sembrava il loro scopo, quello scopo sembrava così abietto che le creature si sentivano riempire di disgusto e di vergogna.
E, piuttosto che prestarsi ad uno scopo così abietto, le creature facevano una macchina proprio per adibirla a quello scopo. Ciò le lasciava libere di prestarsi a più nobili scopi. Ma ogni volta che le creature trovavano uno scopo più nobile, quello scopo non lo era abbastanza.
Così si costruivano macchine che servivano anche agli scopi più elevati.
E le macchine facevano tutto con tanta abilità che si finì per dare a loro l'incarico di scoprire quale poteva essere lo scopo più eccelso delle creature.
Le macchine riferirono in tutta onestà che non si poteva proprio dire che le creature avessero uno scopo.
Al che le creature cominciarono a massacrarsi, poiché odiavano soprattutto le cose che non avevano uno scopo.
E scoprirono che non erano molto brave neppure a massacrarsi. Perciò affidarono alle macchine anche quell'incarico. E le macchine lo portarono a termine in meno tempo di quanto ce ne voglia per dire: 'Tralfamadore'."



Kurt Vonnegut - Le sirene di Titano

giovedì 2 ottobre 2008

costituzione

Perché leggere il papiello sottostante? Perché spiega dettagliatamente (soprattutto nella seconda e terza parte) in che modo il nostro premier si sta autoeleggendo pontefice universale, in barba ai quei simpatici matusa che nel lontano '47 scrissero la costituzione, e in culo a noi che fra qualche mese non l'avremo più.

"Mi dispiace... ma io so io... e voi non siete un cazzo!"
Il Marchese del Grillo


29 settembre 2008, in Marco Travaglio
I padrini ricostituenti

Vignetta di NatangeloOra d'aria

l'Unità, 30 settembre 2008

Al Tappone ha voluto festeggiare il suo 72° compleanno nel solco della tradizione: raccontando balle. Ha fatto la solita lista di processi a suo carico, esagerando un po’(“100 procedimenti, 900 magistrati che si sono occupati di me e del miogruppo, 587 visite della polizia giudiziaria, 2500 udienze, 180 milionidi euro per le parcelle di avvocati e consulenti”) e senza rendersiconto che anche un decimo di quelle cifre in qualunque altro paeseavrebbe catapultato il premier, se non in galera, almeno fuori da Palazzo Chigi. Ha ripetuto di essere “sempre stato assolto”, mentre ha avuto 6 prescrizioni perché lui stesso ha dimezzato i termini di prescrizione (controriforma del falso in bilancio e legge ex-Cirielli) e 2 assoluzioniperché “il fatto non costituisce più reato” in quanto lui stesso l’hadepenalizzato (sempre il falso in bilancio). Ha raccontato che la leggeAlfano è “comune ad altri Paesi europei”, mentre non esiste democrazia al mondo che preveda l’immunità per il premier(Grecia, Portogallo, Francia e Israele la contemplano solo per il capodello Stato). E s’è dimenticato di spiegare come mai, appena passato ilDolo Alfano, il suo avvocato on. Niccolò Ghedini annunciò chelui non l’avrebbe usato perchè voleva essere assolto, mentre orapretende di applicarlo pure al coimputato Mills con la sospensione urbiet orbi del processo.

Per fortuna esiste ancora un giudice a Milano, anzi parecchi: per esempio quelli del processo Mediaset (D’Avossa, Guadagnini e Lupo), che hanno accolto la questione di incostituzionalità dell’Alfano proposta dal pm Fabio De Pasquale,inoltrandola alla Corte costituzionale perché la porcata vengadichiarata illegittima. Cioè nulla. I testi di De Pasquale e del Tribunale, sono la più plateale smentita alle balle del Cainano,sulla scorta di quel documento eversivo che è la Costituzione. Secondoil pm, l’Alfano la viola in quattro punti. 1) Se l’art. 3 statuisce l’eguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge e dunque l’art.112 prevede l’azione penale obbligatoria,non si vede come si possano sospendere i processi a carico delle 4 altecariche dello Stato senz’alcun vaglio sulla gravità dei reati commessiné alcun filtro sull’opportunità di una scelta tanto pesante. Giàbocciando il lodo Maccanico-Schifani, la Consulta aveva contestato ilcarattere generale e automatico della norma, ma Alfano se n’èinfischiato e l’ha riproposta tale e quale. 2) Per l’art. 136, le leggi dichiarate incostituzionali sono nulle, dunque non si possono ripresentare: nullo lo Schifani, nullo anche l’Alfano. 3) La figura delle 4 “alte cariche”, per la nostra Costituzione, non esiste.Esse hanno diverse fonti di legittimità:il presidente della Repubblicaè eletto dal Parlamento in seduta comune più i presidenti di Regione; ipresidenti delle Camere sono eletti dalle Camere; il premier è nominatodal capo dello Stato. Accomunarli nello stesso calderone impunitarionon ha alcun senso. 4) Per derogare al principio costituzionale di eguaglianza, occorre una legge costituzionale:infatti sono articoli o leggi costituzionali a stabilire trattamentispeciali per ministri, capo dello Stato, giudici costituzionali eparlamentari. L’Alfano è una legge ordinaria, dunque non vale.

De Pasquale cita i lavori della Costituente, dove nel 1947 sidiscusse se immunizzare il Presidente della Repubblica (non certoquelli del Consiglio o delle due Camere) per reati comuni commessifuori della sua funzione. L’on. Bettiol la propose, ma fu bocciato a larga maggioranza. Calossoobiettò: “Non vedo la necessità di costituire al Capo dello Stato unaposizione speciale. Abbiamo una magistratura che è sovrana ed è uno deipoteri dello Stato… Persino presso certi popoli coloniali è possibilechiamare dinanzi al giudice il governatore”. Il grande Mortatirivelò: “Si è omessa intenzionalmente ogni regolamentazione dellaresponsabilità ordinaria del Presidente. E’ una lacuna volontaria dellaCarta costituzionale”. Il presidente dell’Assemblea, Meuccio Ruini, tagliò corto: “Meglio una lacuna che un privilegio troppo grande per il Presidente, il quale è sempre cittadino fra i cittadini,anche se ricopre il più alto ufficio politico. Non ammetterei che per 7anni il Presidente della Repubblica non rispondesse alla giustizia delsuo Paese”. Altri tempi, altri padri costituenti. Poi arrivarono i padrini ricostituenti a spiegarci che la legge è uguale per tutti, tranne quattro.
Marco Travaglio

preso da:
http://www.voglioscendere.ilcannocchiale.it



Piccola postilla:
"Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra costituzione."
Pietro Calamandrei

Se invece prendete la strada di Arcore, troverete il luogo dove si consuma la sua agonia.

lunedì 29 settembre 2008

pubblicità

Molto, ma molto meglio di wikipedia.

http://nonciclopedia.wikia.com/wiki/Pagina_principale

lunedì 22 settembre 2008

recensione critica

Arizona Dream è una puttanata

domenica 14 settembre 2008

black cab sessions



Le migliori idee sono sempre quelle più semplici.

venerdì 12 settembre 2008

Also sprach Bokonon

"Guardati dall'uomo che lavora per imparare qualcosa, e una volta che l'ha imparato, non diventa più saggio di prima" ci dice Bokonon. "Egli nutre un risentimento omicida per la gente ignorante che non ha dovuto faticare per la propria ignoranza."



Kurt Vonnegut - Ghiaccio Nove

giovedì 11 settembre 2008

Praha



Vacanza finita.

martedì 22 luglio 2008

out of range



I was locked
Into being my mother's daughter
I was just eating bread and water
Thinking nothing ever changes
And I was shocked
To see the mistakes of each generation
Will just fade like a radio station
If you drive out of range

giovedì 17 luglio 2008

Del Turco di Hammamet

Se metti nei pantheon del tuo partito una divinità come Craxi, non devi poi stupirti che gli adepti ne seguano il culto e ne pratichino i riti.

giovedì 10 luglio 2008

Berlino 2005


Berlino 2005, autore sconosciuto.

lunedì 7 luglio 2008

epifania

Oggi pomeriggio, alle 19: 47 (pomeriggio??!!), dopo dieci ore di scrittura a computer, mentre mangiavo un gelato a nocciola, in un parco vicino casa mia, affacciato sullo strapiombo che dà sulla parte bassa della città, mentre le rondini (rondini?) volavano ad incroci ed il sole ormai scomparso mandava ancora una luce rossastra da dietro le montagne, ho visto Dio.
Credo, almeno.

Ha detto: "tante care cose a tutti".
E' un tipo all'antica...

domenica 6 luglio 2008

soluzioni germaniche


Da Repubblica on-line:

Benedetto XVI, appello al G8:
"Mettete al centro i più poveri"



... poi caricate fostri fuccili e...

vighnette #5 (il restìo)

venerdì 4 luglio 2008

vighnette #4 (il complotto)


Toghe Rosse a Gerusalemme.

Bondi glielo aveva detto che non conviene mettersi in concorrenza con i Poteri Forti...

martedì 1 luglio 2008

martedì 24 giugno 2008

il motore immobile del mondo

ShinyStat mi riporta la classifica delle chiavi di ricerca tramite cui gli sconosciuti sono giunti al mio sito nel mese di Giugno. Con 21 digitazioni guida il tag "sanciopenza", che è quello che digito io quando mi trovo su computer altrui e non mi ricordo mai com'è il mio indirizzo preciso. A parimerito con 2 digitazioni ci sono "sancio penza" e "sancho penza", che suppongo dipendano da gente che mi ha visitato qualche volta e poi è tornata a cercare "quel sito, com'è che si chiamava...".

A 5 si piazza l'ancora non esplicitissimo "ingroppare", digitato da qualche pornonauta in possesso di un alto eppur popolare gusto linguistico.

Il resto della classifica sono tutti tags da una sola digitazione. Li elenco senza ordine:

- "gruppi napoletani" e "aldo campana lega leggera" si inseriscono ovviamente nella mia fintopolemica con il "movimento lavico".
- "flumeri" non so cosa diavolo significhi, né in quale post possa io aver digitato una simile parola. Il dizionario De Mauro-Paravia on-line non mi aiuta e non riesco nemmeno a capire lo storpiamento di quale parola "flumeri" possa rappresentare. Ai posteri...
- "fregare tabacchi" è anch'esso un tag per me inspiegabile. Ladro lo sarò pure, ma non fumatore.
- "pecorina donna" è già più comprensibile. E qui mi sa che ci troviamo di fronte a qualcuno che cercava una pecorina davvero particolare, perché suppongo che inserendo il tag in google, il mio blog appaia come risultato n. 10003559284 o qualcosa del genere. Apprezziamo quindi lo sforzo d'analisi.
- "penza prima di sparare panza" mi sa tanto di fan dislessico di Fabrizio Moro. Doppiamente dislessico: penza e panza. "Pensare", caro mio, si scrive con la "s". E se te lo dico io credici. E poi, per carità... Fabrizio Moro... marò... che tempi...
- "perchè i cani pisciano le ruote" mi da tanto da pensare. Per due motivi: primo, perché vuol dire che c'è qualcun'altro al mondo che si pone quesiti tanto idioti quanto insolubili come i miei; e secondo... dov'è, nei miei post, che si parla di cani che pisciano?
- "zingari sociologia" è facilmente spiegabile col post di qualche mese fa sulla stazione di Maddaloni.
- "porno malizie" vale il discorso di prima: anche questo sta cercando delle malizie davvero specifiche, se è arrivato a spulciare google così profondamente da giungere a me.
- "sesso esplicito claudia koll" si spiega col post sul film di Moretti.

In generale, credo di poter dedurre una verità sconvolgente: è la figa che muove il mondo, soprattutto il mondo virtuale. E così, sulla base di un analisi empirica, vi ho svelato una verità universale praticamente inedita. Ma non mi fermo qui, e dall'osservazione scientifica passo agli esperimenti.

Infermiera zoppa tette arancioni trecce culona bagno aereo precipita sesso lavatrice pompiere sporco malattie veneree esposte castoro ninfomane esame orale professoressa anziana sdentata zebra lesbica superdotata.

E adesso vediamo chi si presenta.

lunedì 23 giugno 2008

magari porta bene

L'ultima volta che avevamo vinto due competizioni calcistiche internazionali consecutive (mondiali del 1934 e del 1938) c'era il regime.

Ora, dati i recenti sviluppi del tormentato rapporto Berlusca-magistrati, a me un passaggio alle semifinali contro i rossi zapateriani mi avrebbe quantomeno preoccupato.

Che l'eliminazione dagli europei sia un segnale che ci debba far sperare nel crollo del governo?

mercoledì 18 giugno 2008

impegno civile

Caro dott. Travaglio,
vorrei proporLe un'iniziativa per "allargare" la portata di "arrestateci tutti".
Sfruttando il Suo nome e quello delle "firme" giornalistiche che eventualmente vorranno aderire, si potrebbe redigere una lettera da inviare alle maggiori testate europee, nonché alla stessa corte di giustizia.
Trovo che la videoanalisi da Lei effettuata Lunedì della legge Alfano/Ghedini sia stata perfetta: efficace e concisa, attenta ai particolari, ma di portata generale. Sono convinto che un simile messaggio possa lasciare il segno nell'opinione pubblica europea, esplicandole come in Italia si stiano minando le basi della democrazia, colpendo i due organi di controllo del potere politico. Probabilmente la stessa commissione europea non potrà restare indifferente.
Iniziative del genere sono già state prese in passato anche all'interno del parlamento europeo, con esiti quasi mai rilevanti.
Ma credo che il minimo che possiamo fare oggi è cercare di concentrare l'attenzione europea sul governo, in modo da creargli qualche grattacapo in più, che non il dissenso gentile di Veltroni.
Non credo che sarà difficile in rete trovare gente competente disposta ad una traduzione rapida in inglese, tedesco, francese, spagnolo, ecc. (io stesso - ce ne fosse bisogno - potrei contribuire per il tedesco).
Cordiali Saluti
e grazie del Suo lavoro
Sancio

martedì 10 giugno 2008

perché non pagare il canone R.A.I.

Salvatore Bagni commentatore tecnico delle partite della nazionale.

sabato 31 maggio 2008

Dal sito de "L'Espresso":

<<"Noi non vogliamo razze di cani stranieri". E' l'ultima sparata del vicesindaco di Treviso Giancarlo Gentilini. Parlando in occasione della presentazione delle unità cinofile del Corpo Forestale, in piazza dei Signori, lo Sceriffo anti-immigrati stavolta se l'è presa con il meticciato dei nostri amici a quattro zampe: ok al lupo italiano, una razza nata alla fine degli anni Sessanta, al bando pechinesi, chihuahua, labrador, husky e tutto quanto suoni "esotico". Anche se si chiama Fido e non Mohamed.

In piazza dei Signori era in corso un'esibizione del Corpo forestale che presentava le unità cinofile per il recupero di animali di specie estinte. Si tratta di cani di una razza chiamata "lupo italiano", creata negli anni Sessanta. Cani che piacciono a Gentilini: "Questi sì che vanno bene, sono gli animali dei nostri progenitori. Dobbiamo dire no, invece - ha proseguito il vicesindaco di Treviso - a quei cani stranieri che non sono rispettosi dell'ecoflora nostrana e del nostro ambiente".>>

... e che ci rubano il lavoro, pisciano sulle ruote delle nostre Fiat e ingravidano con le nostre cagne!!

No ai cani stranieri! W i bastardi nostrani!

giovedì 29 maggio 2008

Très

El Tofo ha fatto proprio un bel lavoro. Idea originale, svolgimento dolcemente ambiguo, messaggio forte e puntuto. Il fumetto italiano (in particolare quello coconino) sta avanti.
Andatelo a dire a Baricco.

lunedì 26 maggio 2008

lunedì 19 maggio 2008

per fortuna che c'è Brizzi

Dal blog del camminatore/scrittore Enrico Brizzi (si, si, quello di Jack Frusciante...):
"Oggi, dalle parti di Flumeri (Avellino) abbiamo avuto un'idea onirica ma promettente:
rilastricare i settecento chilometri dell'Appia alla maniera classica e farne un
grande itinerario pedonale fra Roma e Brindisi. Sarebbe una grandissima opportunità
di rilancio per la mobilità dolce e il turismo in regioni come il Sannio e l'Irpinia
che ci stanno lasciando a bocca aperta per la vegetazione lussureggiante, l'aria
pulita e il decoro inatteso dei centri abitati: la Campania non è solo quella raccontata
nei telegiornali o da Gomorra."
La cosa più difficile quando si tenta di spiegare che si è diversi da qualcosa a cui si viene normalmente assimiliti per via dei luoghi comuni è evitare di passare per razzisti o qualunquisti. Quindi quando le differenze reali le coglie un forestiero si è ben lieti di segnalarlo.

E questo è quanto.

venerdì 16 maggio 2008

oh cristo!

Nel vangelo apocrifo di Tommaso si racconta che Gesù tolse la vita ad un bambino che lo aveva infastidito. A quanto pare, non era nemmeno la prima volta che si verificava una cosa simile: "Giuseppe ne fu rattristato e ordinò a sua madre: Non lasciarlo uscire fuori dalla porta, perché tutti quelli che lo irritano muoino."

Pare però che la Madonna non si preoccupasse più di tanto perché il pargolo dopo un pò resuscitava i malcapitati.

"Cuore di mamma, basta che poi rimetti i giocattoli a posto."

domenica 11 maggio 2008

venerdì 9 maggio 2008

militare?


Questa informe sostanza antropologica che sono i popoli italici
sono anch'io
o almeno così dicono
così direbbe la logica
la dialettica porterebbe altrove
ma logica e dialettica non portano da nessuna parte
io nemmeno porto da nessuna parte
non parto
non partorisco
medito e mugugno e osservo
e non parlo la mia lingua
e non capisco nemmeno le altre
quindi che fare
regredire
o al limite
limitare
e sennò
(ritornello)
militare
senza milizia
militare
con mestizia
militare
ignotamente
militare
antimilitarmente
militare
senza fame
militare.

mercoledì 7 maggio 2008

cani

Università Federico II di Napoli. Dipartimento di Filosofia. Bagno uomini. Muro all'ingresso sulla sinistra:

"Bassolino cane

Iervolino cagna

(scusate cani)"

venerdì 2 maggio 2008

pink power

Pare che metteranno la Carfagna ai beni culturali.
Finalmente potrà mettere a frutto tutto il sapere maturato a I Cervelloni.

martedì 29 aprile 2008

lunedì 28 aprile 2008

la piccola azione democratica quotidiana

Non so se possa valere come risarcimento, però Venerdì ho convinto pedantemente il Ghigno - con tanto di approfondita analisi del sistema dell'editoria italiana - a sottoscrivere le proposte di referendum di Grillo. Vi assicuro che ce n'è voluta, non si fidava. Alla fine m'ha aiutato la sua ragazza, alla quale ho spiegato che con l'abolizione dell'ordine dei giornalisti lei non avrebbe più dovuto pagare la quota annua per il suo patentino di pubblicista.

Io ho convinto lei facendo leva sulla questione economica e lei ha conseguentemente convinto lui facendo leva su non so cosa: gli ha parlato all'orecchio con la faccia seria e lui è corso a firmare. Bismarck la chiamava Realpolitik.

Certo, non cancella il voto a Casini, però ammetterete che come operatore democratico sto migliorando.

giovedì 24 aprile 2008

post semiserio

Qua non sappiamo più quanto stiamo antanto su questa tera...

I problemi del "fascino" e della "direzione" sono strettamente collegati. Una "direzione" netta (sia essa la dittatura del proletariato o la conquista dell'Abissinia - fatte le solite dovute e necessarie differenze) è, per ampi strati della società civile, automaticamente carica di fascino. Quando manca l'ideologia (e non sono tra quelli che credono che ciò sia un male, per lo meno se intesa in senso "classico"), ad attrarre maggiormente sono 1) gli pseudo-valori tramandati (dio-patria-familgia), che il loro appeal ce l'hanno sempre, e 2) le cose "luccicanti", come l'abolizione dell'ICI o Ronaldinho al Milan. Dove manchino "valori" e "direzione", l'odierno "capitale" - permissivo e patinato, ben diverso da quello autoritario e cafone dei nostri nonni - ha gioco facile a ingurgitare ogni cosa. Che i "valori non svendibili" (cito da Casini) siano un interesse fittizio degli italiani lo dimostra il fatto che lo stesso Casini senza l'alleanza con l'impero della libertà sia, elettoralmente parlando, una nullità o poco più.

In sostanza, quindi, l'Italia è una bimba che ama le cose luccicanti. E direi che quanto a luccicanza Berlusconi è meglio di Mastro Lindo. Ora, se si è deciso di non emigrare, la questione è: competere formalmente con Mastro Lindo sul suo terreno, restando sostanzialmente diversi da lui. Walter, per dirne una, ha fatto una campagna elettorale sostanzialmente luccicante, e formalmente antica. Ossia il peggio del peggio.

Ma tornando a noi, "far luccicare" - per esempio - il commercio etico è molto più difficile che far "luccicare" il capello tinto di Berlusconi. La vera sfida è capire far capire che cose apparentemente piccole - il risparmio energetico, il rispetto delle libertà civili, la meritocrazia, la raccolta differenziata, la trasparenza etica delle istituzioni, la separazione della sfera pubblica da quella privata non solo in politica - pur se non connesse di per sé da un'ideologia (sempre nel senso "classico" del termine") di fondo che le sorregga, rappresentano già una "direzione". Una "direzione" che non sbrilluccica perché mira a piccole concretezze positive, che rendano migliore la vita nostra e di chi ci cammina accanto per le strade.

La domanda che mi e vi pongo è: "Come si può tradurre tutto ciò in politica reale? Bisogna far passare questi temi all'interno delle trame di partito - quale che sia - o puntare sul piccolo e quotidiano?"

martedì 22 aprile 2008

l'intellettuale dipartito

Il Ghigno era mio compagno di banco al liceo. Ci conosciamo da quando avevamo 6 anni. Abbiamo spartuto - tra le altre cose - fame, suonn' e mazzate. Prima delle elezioni mi si dichiara propenso a votare PD. Io una sera che siamo 'briachi - un mesett'e mezz fa - lo tengo in macchina fino alle 4:00 a.m. a distruggere presupposti ideologico-politici del PD (ce ne sono davvero?) e a raccontargli che bella risma di candidati aveva intenzione di mandare (e molti ce li ha mandati davvero) in parlamento.

Lui mi ha poi chiesto: "E scusa, a chi dovrei votare, a Berlusconi alleato con la lega?" E a quel punto io ho fatto il Sancio extraparlamentare, che la società la si cambia in mille modi, e il voto è lo strumento minore che abbiamo e bisogna agire culturalmente, quotidianamente e parlare con la gente e confrontarsi, e partire dal basso e bla bla bla... e che comunque a questo giro conveniva di gran lunga dare la propria preferenza (ho detto proprio così, "dare la propria preferenza") ai partiti più piccoli affinché raggiungessero la soglia dello sbarramento.

Ci siamo visti Venerdì sera. Ha votato Casini.

La prossima volta mi faccio i cazzi miei.

martedì 15 aprile 2008

Non pensare di fregare

La settimana scorsa, per circostanze che non sto a spiegarvi, ho visitato o' vasc (Il "basso" - loft per disagiati) di Totore, un simpatico tossico ex-giramondo che abita in un vicolo dei quartieri (spagnoli, per chi chiama da fuori Napoli).

Da tre anni a questa parte Totore ha raccolto, rubato e avuto in dono centinaia di immaginette sacre con le quali ha addobbato la stanzetta rendendola qualcosa di unico (lui sosteneva anche che le guide turistiche avessero inserito casa sua negli itinerari d'interesse artistico). Le luce artificiale era fornita quasi interamente da lampadine natalizie appese al basso soffitto e in giro per la stanza erano attaccati cartoncini con motti, proverbi e ammonimenti che molto davano da pensare: si spaziava dal "Benvenuti alla basilica del Santo Salvatore" (il nome aggiunto a penna su una targhetta di plastica presa chissà dove) campeggiante sulla porta d'ingresso, al "Si prega di non rubare. E' già tutto rubato", inserito in una cornicetta rossa.

Sul tavolino a fianco all'ingresso - unico ripiano utilizzabile del loft - si scorgevano mal celate un paio di spade, cucchiaini anneriti, cartine, cadaveri di sigarette, tabacco sparso e carte da gioco (francesi) strappate per ricavarne filtri. Il cartellino sul muro dietro il tavolo recitava: S' po' ffà sul chi s'addà fà, che sarebbe a dire: "E' capace di bucarsi solo chi è costretto a farlo". Ho provato a chiedere a Totore cosa costringa a farsi, ma è ovvio che a una domanda tanto idiota non si risponde. Però lui è stato gentile e non mi ha fatto pesare la mia idiozia.

Un paio d'ore dopo, per ulteriori circostanze che non sto nuovamente a spiegarvi, ho dovuto attraversare Piazza del Plebiscito durante il comizio di Uolter. La prima cosa che ho notato è che il suo non era un plebiscito (giuro non volevo fare la battuta, ma ormai ho scritto e lascio così): la piazza era per metà vuota (mi sa che pure Mino Reitano la riempiva di più). La seconda cosa che ho notato è stato uno striscione recante la traduzione in dialetto dello slogan uolteriano: S' po' ffà!

Allora ho capito perché Uolter sembra sempre anestetizzato: se la fa con Totore e si passano le spade e gli slogan. E' per questo che poi gira con gli occhi appesi, le guance molli, parla lento e spara cazzate: si fa.

Ora, quello che ho pensato è che dato che ormai i copyright di Totore erano violati, tanto valeva prendere dal suo repertorio una frase più adeguata rispetto al compromettente "si può fare":

Non pensare di fregare, stai già fregato. Totore
.

Magari voti in più non ne portava, ma di sicuro avrebbe avuto un impatto migliore.
Se poi al posto di Totore fosse da scrivere Silvio o Uolter o Fausto o Pierferd... lo lascio decidere a voi.

lunedì 14 aprile 2008

il ri-ritorno*

E adesso non ci resta che imbracciar il fucile e salire in montagna. Qualcuno ha un manuale del "partigiano del III millennio" da prestarmi?


* gesù per lo meno ebbe la decenza di ripresentarsi una volta sola.

sabato 5 aprile 2008

devil's plaything*



If you wanna touch flames
come on to me...


*ovvero: come trasformare un'orrida metallata tamarra in un pezzo pieno di fascino. e poi - se dobbiamo dirla tutta - a me melissa mi ispira molto di più della bruni.

lunedì 24 marzo 2008

Zitaten...

Fatevi una cultura appresso a Sancio, vol. 1

"- Non ho più nessun sogno e non ho neppure l'ispirazione, - rispose il Maestro. - Intorno a me non c'è nessuno che m'interessi, eccetto lei, - e posò di nuovo la mano sul capo di Margherita. - Mi hanno spezzato, m'annoio e voglio andare nello scantinato."*

"C'è anche un'altra morale, evidente, in fondo a questo racconto, ora che ci penso: quando sei morto, sei morto. E Ancora un'altra me ne viene in mente adesso: fai all'amore quando puoi. Ti fa bene."**

"Per questo solo mi stimo un uomo intelligente, poiché in tutta la vita non ho potuto cominciare né finire nulla."***

"Questo non lo capsico - replicò Sancio - so solamente che fintanto che dormo, non sento né timori, né speranze, né fatiche, né gloria. Benedetto colui che inventò il sonno! (...) Una sola cosa brutta ha il sonno, come ho sentito dire, ed è che somiglia alla morte, perché tra un addormentato e un morto c'è poca differenza."****

"Sarò un'allucinazione taciturna."*****




* e ***** Il Maestro e Margherita - Michail Bulgakov
** Madre Notte - Kurt Vonnegut
*** Memorie dal sottosuolo - Fëdor Dostoevskij
**** Don Chisciotte - Miguel Cervantes

sabato 22 marzo 2008

intanto de li amichi mii...

Qualcuno si droga
qualcun'altro impazzisce,
il terzo è in cravatta
e il quarto reagisce.

L'ultimo poi mi
si mette a far i figli...

Sancio continua a bere
e a dare buoni consigli...

E come si sa i buoni consigli sono la peggior invenzione umana dopo il cilicio.
Ma quando uno non sa cosa dire, la prima cosa che viene in mente è buttarsi sul proverbio, sul buon senso, sul luogo comune. Se però non si è pratici di buon senso (e quel Sancio finto che son'io non ha nemmeno la licenza elementare di buon senso), quei buoni consigli diventano un abominio di stupidità, ridicolità, fraternité...
Intanto sta di fatto che alla mia veneranda età continuo a vivere in veranda: seduto, sbragato in mutande, col drink in mano, a guardare la gente che vive sul serio.
E mi sa - dico, mi sa - che sarebbe anche ora di fare qualcosa (fosse anche, per l'appunto - le pere), giusto per far vedere che per lo meno una via (la peggiore) la si è presa; giusto per poter dare, un giorno, un consiglio che non sia buono, ma che valga qualcosa.

mercoledì 19 marzo 2008

sono proprio dei nerd...

E con questo siamo dawwero alla frutta.
Ma adesso quegli altri come si chiameranno, Bercenari?

giovedì 13 marzo 2008

il movimento lavico fa acqua?

Il rock funziona fin quando non pretende di cambiare il mondo. O meglio, fin quando mantiene un minimo di consapevolezza che la sua volontà di cambiare il mondo è ridicola (e spesso autoreferenziale).
Non so se concordo con quel che ho scritto. Ma perlomeno mi sembra un primo modo di prendere una distanza critica da tutto ciò che è la gioventù, essendo io comunque giovane (cercando più che altro di esserlo). Intendiamoci, non che i giovani non siano critici. Ciò che nasce come nuovo è sempre e comunque una critica a ciò che già esiste prima di lui. Ma essere una contestazione vivente non significa sempre e comunque cogliere nel senso di ciò che si contesta.
Due ottimi gruppi napoletani (neanche tanto emergenti), i Lega leggera e i Pennelli di Vermeer, hanno concluso meno di due ore fa il concerto che dovrebbe lanciare (e probabilmente lancerà) il Movimento Lavico:

Il MOVIMENTO...LAVICO

...è una "COMUNITA' VIRTUALE" di artisti/gruppi musicali napoletani che utilizza la lingua italiana come canale preferenziale per i propri testi piuttosto che il dialetto...condivide esperienze, serate, guai e MONNEZZA...ponendosi come obiettivo ultimo la DIFFUSIONE del MADE in NAPLES sganciato dai modelli stereotipati degli ultimi anni...non è una GUERRA tra poveri: è il CORAGGIO DI OSARE e rivendicare il proprio diritto di ESISTERE!!!

Questo il manifesto (preso paro paro dal myspace dei Lega Leggera) del movimento, letto in serata al Velvet dal cantante Aldo, alla fine della sua esibizione e prima di quella dei Pennelli; il cui cantante a sua volta ha voluto esplicare che "abbandoniamo il dialetto anche per distinguerci da un pò di gruppi degli ultimi anni... un pò vicini ai centri sociali e magari a tematiche di cui a noi... in effetti non è che ce ne passa p'o cazz..."

Punto primo: i due gruppi in questione sono ottimi gruppi. Musicalmente ineccepibili e con una creatività eccentrica ed affascinante (più barocchi i Pennelli, Più rockeggianti i Lega - egualmente ed efficacemente teatrali entrambi), con testi che divertono, fanno pensare e soprattutto - cosa insolita per i concerti indie della scena italiana - si capiscono mentre il cantante li canta (si fosse finalmente capito che i suondcheck servono a qualcosa?).

Punto secondo: a Meg che allucca "uagliù facit burdell'" io le avrei piantato una roncola in mezzo agli occhi, al posto del piercing; a Zulù che me la mena col rafaniello e col salario garantito avrei sempre voluto chiedere chi è che glielo dovrebbe garantire, con quali soldi, e soprattutto perché; a Checco Di Bella avrei solo detto (in effetti glielo dissi davvero durante un'intervista) di prendersi meno sul serio nella parte del tossico poetico.

Punto terzo: ciò non toglie che le denuncie dei Posse fossero spesso leggittimissime, a prescindere dal fatto che chi le faceva potesse starmi più o meno sui coglioni, e che il suo uso del dialetto potesse sembrarmi a volte caricaturale; e - riguardo a Checco - non toglie nemmeno che "il poeta è fingitore/finge così completamente/da fingere che è dolore/il dolore che davvero sente" (Pessoa): come a dire, insomma, che un pò di trasandatezza biascicata fa parte stesso del personaggio.

Punto D: se i gruppi napoletani passano dal dialetto all'italiano, Napoli risorge? O, per lo meno, il mutamento di linguaggio può influire sulla resurrezione? E' questo il coraggio di osare? Così come non credevo ai proclami zuluisti, non credo a sta cazzata che cambiare lingua significa "avere il coraggio di osare" o addirittura "rivendicare il proprio diritto ad ESISTERE". Abbassando di molto il tiro non credo proprio che basti qualche canzone in lingua italica ad eliminare gli stereotipi napoletani. E poi sarebbe come a dire: "L'Italia oggi è una merda: per distinguerci cominciamo ad esmprimerci in tedesco".

Ciò non toglie che entrame le cose (le invettive dei Posse e il manifesto congiunto Lega/Pennelli) mi facciano riflettere, mi aiutino a capire la realtà che mi circonda e bla bla bla... ma da qui a credere che dicendo "ragazzi" invece di "uagliù" ho fatto la svolta ci passa una discarica in mezzo. Suonare è un conto, aiutare Napoli a risorgere un altro. Non che la cosa non influisca, ma se vuol davvero essere utile dev'esserlo senza pretese salvifiche. L'arte non toglie la munnezza dalla strade, anche se coloro che la praticano sentono il problema in maniera molto forte. La scelta dell'italico idioma è leggittimissima e anche intrigante (in un certo qual modo anche effettivamente nuova per la scena napoletana). Ma per favore non menatecela col manifesto (che sennò si rischia che torna pure di nuovo Zulù "cu' sicchio e a colla e 'i va' 'a 'zzeccà").

E questo è quanto (non mi va di scrivere oltre perché sono brillo e stanco).

E comunque il concerto è stato davvero bello.


mercoledì 12 marzo 2008

gazzella

Mi avrebbe mangiato. Senza scherzi, bastava guardarla. C’ho fatto l’occhio, il callo come dire. non è una questione di immagine, di - come dicono - bellezza. É che la vedi muoversi, ne scorgi il portamento, e allora capisci che non ce n’è; o meglio, che ce ne sarebbe, ma si rischiano la ossa, da rompersele sul serio. Quel poco di animale che sono rimasto mi aiuta a fiutare, ma solo certe volte. E questa era una di quelle. Bastava guardarla, la gambe slanciate in movimento; se fosse stata immobile mi sarei anche potuto avvicinare; che dico, per lo più avrei avuto gli occhi per alzarli da terra e fissarla, fissare qualcosa di lei, qualsiasi cosa, in segno di fiutamento, quasi per rendermi presente. Ma quelle gambe, in quelle calze colorate, con quel passo longilineo, quel quasi non toccare terra… tutto ciò mi ispidiva, mi esculeava la pelle, mi rendeva riccio, protetto, immobile, intimorito. Il vicolo, quasi per tener fede alla definizione che ne da un qualsiasi vocabolario, era all’incirca stretto, chiaroscurante, neanche troppo malvagio. Quindi che noi dovemmo passarci affianco, io il riccio chino nel calore del mio respiro, lei gazzella volante, preda solo per finta. non è cattiveria, è che ne ho già viste troppe di gazzelle; pure le ho rincorse, le ho afferrate, le ho morse, le ho perse… perché se non riccio, non so che essere orso; e se sei orso non la fermi una gazzella, nemmeno se le tendi una trappola in un vicolo.
Ci passammo oltre, e le mille inutili elucubrazioni letterarie dei miei movimenti quotidiani cessarono, almeno fino a casa.

venerdì 7 marzo 2008

the clock



time is running out
for us
but you just move your hands
upon the clock

mercoledì 5 marzo 2008

martedì 4 marzo 2008

addicted

Questa giovane giornalista americana si è inventata un metodo per eliminare la propria dipendenza da tutto ciò che ha uno schermo (m'è uscito lungo perché non sapevo dove calzare il link, eh eh). Personalmente sono convinto che - come per le diete o per i tentativi di smettere di fumare - non è tanto il metodo che conta, quanto la volontà e la costanza (e questa la poteva dire anche Luca Giurato per quanto è banale). La sua idea è però molto simpatica: staccarsi da qualsiasi cosa abbia uno schermo (cellulare, computer, i-pod...) una sera a settimana per almeno un anno (52 settimane, of course). L'importante, per aggirare le proprie debolezze, è comportarsi in maniera tale che loro non si rendano conto che le si sta prendendo per il culo. Bisogna insomma fare i creativi per battere la propria idiozia. Il guaio è che spesso a vincere è la creatività idiota (e a sto punto, tanto meglio l'idiozia creativa).
Io non lo so se st'americana riuscirà a disintossicarsi, anche se spero ce la faccia. Certo partire raccontando tutto sul proprio blog... direi che è scoraggiante: come a dire che comunque gira e vota sempre nel virtuale si va a finire. Ma almeno è un tentativo...
Per quel che mi riguarda comincio ad averne le palle piene del computer, e la cosa si intensifica ancor più se penso che gran parte delle attività necesserie al procedimento regolare della mia giornata: dallo scrivere all'ascoltare musica, dal consultare testi al cazzeggiare, dallo scrivere agli amici al contattarli per uscire, dall'organizzare l'archivio fotografico al consultare per motivi di disinteressata analisi socioculturale i siti porno... tutto passa per questo dannato schermo. Sento atrofizzarsi tante cose, senza che io sia in grado di oppormi. Anzi, peggio, mi rendo conto dell'atrofizzazione solo quando è già avvenuta, e a quel punto... buonanotte.
Pensavo fosse un problema mio, o perlomeno circoscritto ad una determinata cerchia di utenti, ma ultimamente mi sto rendendo conto che non è affatto così. La tizia americana è solo l'ultimo elemento (lei incarna, diciamo, l'aspetto trendy del problema): quello che mi ha fatto cadere letteralmente nel panico è stato mio padre (che fino due o tre anni fa era quanto di più lontano ci potesse essere dalla tecnologia), quando mi ha confessato di non riuscire a stare l'intero finesettimana senza internet.
Direi che so' cazzi.

lunedì 3 marzo 2008

venerdì 29 febbraio 2008

futura sociologia comparata

Ora, basandoci sui recenti ritrovamenti effettuati dall'equipe di studenti della facoltà di "Archeologia dell'età media" dell'Università degli studi Giustino Tammaro di Roccabascerana, coordinata dal professor Brian Galli Mincialone, prendiamo in esame alcuni aspetti caratteristici delle società del meridione italiano, nel periodo di poco precedente al distaccamento tellurico della Campania dalla penisola italiana.

Maddaloni Inferiore, sala d'aspetto della stazione ferroviaria, fine Febbraio 2008: i muri raccontano...

1) Voi sporchi ucraini siete tutti zingari. Bastardi morti di fame.
Espressione abbastanza frequente in ambienti studenteschi. Dalle nostre ricostruzioni risulta che i ragazzi fossero soliti chiamarsi tra loro "zingari" con tono affettuosamente scherzoso. Da ciò si evince la notevole disponibilità all'accoglienza nei confronti degli immigrati dell'est Europa, "sporchi" e "morti di fame" per via del lungo viaggio per giungere in Italia. Appellando tutti gli ucraini come indistintamente "zingari", gli abitanti del luogo dimostrano la loro piena apertura nei confronti dello straniero. Restano dubbi su "bastardi": etimologia incerta.

2) Napoli siamo nazzisti.
Stessa mano della scritta precedente. Sulla base di teorie non ben fondate, etnologi di scuola diversa da quella dello scrivente, sono portati a sostenere che questa frase, assieme col frammento 1), sia in realtà espressione lampante dell'insofferente ignoranza caratteristica di gran parte della popolazione campana dell'epoca: rappresenterebbe il suo rifiuto per l'invasione straniera in sfoghi linguistici grammaticalmente sconclusionati.
Noi siamo invece molto più portati a sottolineare l'arguzia e la creatività delle giovani menti maddalonesi: notevole è infatti il neologismo - svanito nei periodi successivi - che unisce le parole "nazista" e "razzista", prendendo a prestito una "z" dalla seconda per accentuare il significato xenofobo della prima.

3) Non sapete scrivere bestie ignoranti.
Fuori gli etnocentrismi dal mondo.
Commento ai frammenti già citati, di epoca ad essi posteriore: probabile opera di antropologi assolutisti.

4) X incontri hard.
Corredata da numero telefonico purtroppo cancellato - probabilmente grattando via l'intonaco con un giravite o una chiave. Espressione che testimonia del diffusissimo senso di isolamento affettivo nelle società occidentali nei primi anni del III millennio. Per sopperire alla mancanza di amore si usava affidare i propri desideri e la propria disponibilità all'accoppiamento a scritte sui muri.

5) Natale senza soldi.

Probabile risposta alla frase precedente: l'amore nel III millennio aveva smesso da tempo di essere qualcosa di gratuito. Da notare che la mano che scrive è la medesima del frammento 3): se ne può dedurre che gli antropologi dell'epoca non godessero dei medesimi vantaggi economici cui hanno accesso ai giorni nostri.

6) Gaetano 'o kille.
Elisione della "r": esempio dell'assimilazione costantemente "filtrata" della lingua anglica da parte delle popolazioni italiche.

7) Lucia e Ciro si amano.
A causa dei problemi di memoria causati dalla sovrabbondanza di diossina nell'aria, nel terreno e nei cibi, gli abitanti della provincia di Caserta erano costretti ad appuntarsi - ovunque fosse possibile - ogni singolo evento della loro vita. Probabilmente sia Ciro che Lucia portavano inciso sui propri copricapo la medesima scritta, affinché fosse loro sempre possibile riconoscersi come coppia monogama.

8) Rikordo di Elvira

Idem come sopra, ma il soggetto appare caratterizzato da un danno mnemonico anche maggiore rispetto al caso precedente. Il bisogno di ricodare si spinge fino all'identità stessa della scrivente. Dal punto di vista linguistico notiamo l'avanzato stato di kappizzazione delle "c".

9) Lavezzi mitico

Dio del cross, protettore dei rigori procurati, adorato in tutta la Campania. Grande Pocho!

10) Sanciopenza.blogspot.com
Ritrovata su un foglietto adesivo incollato al muro, e miracolosamente giunto intatto fino a noi. Nessuna ipotesi sul significato della scritta appare per ora fondata.

sabato 23 febbraio 2008

irata

L'insolente promessa sciocca vacua solenne di bastare a sé.

giovedì 21 febbraio 2008

frozen

Proponetelo anche a tutti quei gran pezzi di membri del PD (Pe' Dove?) e del PDL (Pe' Di Là!)... ditegli: "Se riesci a stare fermo e immobile e zitto e mosca per diciamo 3 mesi, diciamo che io ti voto." Che poi mentiate non è affar mio, ma magari quelli ci credono e noi ce ne possiamo stare tranquilli per un pò.

domenica 17 febbraio 2008

lei non ha speranze?

Un stecchetto
senza testa
balla e canta
e dice messa.

Prende un'ostia
e la sconsacra
predicando
l'insalata.

Ha le antenne
e le condanna,
mangia poco
eppure azzanna.

Entra il prete
e lo bastona:
la sua fame
è troppo buona.

giovedì 14 febbraio 2008

politically incorrect

Dopo Pato anche Ronaldo. Sta a vedere che adesso Berlusconi comincia ad interessarsi al dramma degli infortuni sul lavoro.

mercoledì 13 febbraio 2008

non ingroppare la donna d'altri (e manco la tua)

Caro Nanni, hai sgarrato! Vabbene er comunismo giovanile, chiudemo n'occhio su er prete nevrastenico, scordamose pure 'a palombella rossa e famo finta de nun vede er caimano... Ma 'a pecorina no! Fijo mio, 'a pecorina è peccato mortale!

Questo, in sostanza, è l'also sprach di
Don Nicolò Anselmi, responsabile della Cei per la pastorale giovanile. Alla notizia dell'ebbra e violenta quanto basta sgroppatina cinematografica di Nanni Moretti e Isabella Ferrari - non si capisce se il prelato abbia preso visione del peccaminosissimo atto, o gliene sia stato solo riferito - il povero curato si lagna così:

"Da un bravo regista e coraggioso idealista come Moretti e da un volto sensibile e delicato come la Ferrari mi sarei aspettato una scena romantica, soffusa, tenera, magari un momento d'amore aperto alla vita, ad un figlio."

Come a dire, la prossima volta non vi potete semplicemente tenere mano nella mano per dieci minuti di fronte alla telecamera, con gli occhi rivolti al cielo in attesa dell'illuminazione mistica e/o dell'arcangelo ingravidatore e/o della cicogna? Adesso per rimediare sarebbero d'uopo le nozze in chiesa, due pargoli di nome Matteo e Luca, un cane, la station wagon e la tessera dell'Opus Dei.
Ma, cari lettori, cerchiamo di andare oltre le solite facili ironie anticlericali e addentriamoci in dettagli scabrosi, un pò per desiderio di gossip, un pò per approfondire l'analisi psicologico-religiosa. Don Anselmi continua così:

"I due attori fanno l'amore in piedi, vestiti, senza guardarsi in faccia: capisco che la scena vada letta e inserita nel contesto del film, ma confesso che anch'io sono rimasto stupito e disturbato. Molte persone osservano che i consacrati non possono e non devono parlare di sessualità corporea perchè non la vivono. Mi sento di poter dire che noi la conosciamo e la stimiamo così bella e importante che ogni giorno la offriamo sull'altare, doniamo a Dio ed alla nostra comunità il nostro celibato, con fatica e con gioia. Per questo preghiamo per chi svaluta questi gesti".

I primi punti di attrito tra la morettiana pecorina e la cattolica dottrina sono dunque:

1) in piedi: il simpaticone che è in me potrebbe per prima cosa osservare che se ai preti non piace che si faccia l'amore in piedi è perché a parecchi di loro aggrada invece molto di più lo scranno del confessionale, dove sedersi comodamente con pargoli in braccio. Ma non si può certo far di tutta un'erba un fascio (o un clero). Resta allora la domanda sul perché di tanto astio per la posizione eretta durante la copula. Una rispota può essere che forse Don Anselmi, abituato ad offrire
quotidianamente "con fatica e con gioia" a dio e alla "comunità il nostro celibato" in piedi da dietro l'altare (come lui stesso sottolinea), confonda quest'ultimo tipo di sessualità con quella efficacemente mostrata da Moretti e dalla Ferrari (per entrambi precontratto pronto con Riccardo Schicchi), e che di conseguenza trasponga la scomodità e i dolori di schiena dovuti ad un'ora di letture sacre in piedi, al godimento di qualche minuto a cavallo. La questione ed i consigli sarebbero quindi, almeno dal suo punto di vista, eminentemente tecnici.

2) vestiti: questo è forse il punto più enigmatico: da quel che so per il cattolicesimo il corpo è peccaminoso, e meno se ne vede, meno si rischia. E poi, a voler esser di nuovo simpatiche canaglie, c'è da dire che di solito gli ex bambini preferiti raccontano che ai loro amorevoli tutori non piaceva togliersi la tunica, e che sbrigavano ogni santo uffizio slacciando solo un paio di bottoni. La questione rimane quindi - da un punto di vista diciamo di analisi pezzotto-freudiana - pienamente aperta.

3) senza guardarsi in faccia: questo punto invece mi pare un chiaro ed esplicito tentativo di suffragare il sempre rinascente antievoluzionismo: solo gli animali trombano senza guardarsi in faccia; gli uomini fatti non foste per viver come bruti; quindi (terzo passaggio del sillogismo), trombare senza guardarsi negli occhi è da bestie.
Giusto, ha ragione Don Anselmi. In effetti però è proprio quello lo sfizio (senza contare che anche le scimmie possono copulare guardandosi in faccia; ma questo non diciamolo a Don Anselmi, sennò gli si rivolta contro la teoria).

E', però, la chiusa del discorso - inserito nel
la newsletter(!!!) inviata ai ragazzi italiani che si preparano alla Giornata Mondiale della Gioventù di Sydney - di Don Anselmi che lancia i moniti più allarmanti, ai quali sentiamo di unirci con sentita e preoccupata partecipazione, dato il contenuto sociale e non semplicemente religioso del loro messaggio:

"
Spesso sono i più deboli, i più poveri culturalmente ad essere segnati da questi cattivi insegnamenti e vengono travolti da fantasie erotiche che diventano dipendenza e sfociano nella violenza."

Mario, 18 anni, costretto su una sedia a rotelle a causa di una grave masturbazione epidermica. Guido, 32 anni, ha venduto i mobili di sua madre per comprare l'intera collezione dei VHS originali di Selen. Monica, 27 anni, ha evirato per sbaglio suo marito con le unghie durante un rapporto violento.
Salve, sono Claudia Koll. Anch'io, come queste persone sono passata nell'incubo degli impulsi sfenati e del sesso esplicito, dando via il culo a Tinto Brass. Grazie all'aiuto di Dio e di Sanremo sono riuscita a uscire dal vortice della perversione dell'erotismo commerciale. Milioni di persone però non ce l'hanno fatta...
Le fantasie erotiche portano dipendenza e violenza.
Dici si alla vita, dici no ai tuoi impulsi sessuali.

lunedì 11 febbraio 2008

e anche non aver fondato un gruppo dal nome così ridicolo

Se non altro, quando gli anni '80 2.0 (leggi: anni '10 del primo secolo del III millennio del calendario occidentale) saranno passati, potrò difendermi dai critici dicendo che fra i tanti crimini indicibili di cui mi sono macchiato non rientra l'aver ceduto alla moda di questo taglio di capelli.

sabato 9 febbraio 2008

calci nel deretano

Tempi magri per ridere. Nei cabaret statali impiegati comici si dilettano nella parte dei buffoni a comando, divertendo la platea nelle cui prime file siede il re, i suoi pari e tutto il loro codazzo di paggi a stipendio. Giullari e mentecatti aspettano fuori dal teatro, ma non hanno uova da lanciare, e se pure ce le hanno preferiscono la frittata.
A voler guardare il mondo con occhio a-politico c'è da essere molto più tristi piuttosto che a volerlo cambiare. Vale a dire che le cose si mettono male non solo per chi ancora crede in un voto democratico, ma anche e soprattutto per i semplici, per tutti i Sancio Panza veri o presunti di cui ancora, malgrado tutto, è pieno questo paese: soprattutto per loro diventerà sempre più difficile (far finta di) farsi bastare un 3/4 di aglianico, 2 mammelle e 4 risate... e paradossalmente ciò avverrà proprio perchè è su queste cose che si pretende di fondare l'intera politica, l'intero sistema socioeconomico delle nostre vite future.
La mia non è una condanna morale del populismo (che pure forse sarebbe consona) o della commercializzazione sfrenata dei primari istinti gioiosi dell'essere umano. Il mio problema è che credo che a breve non sarò più in grado di godere di quegli istinti (oddio, il fatto che io stia qui alle 23:32 di un Sabato sera mi spinge a pensare che oramai la cosa sia già in atto...). Il problema per me è che: 1) il vino allungato ad acqua (perché se vuoi che la politica si fondi sul vino, lo devi "allungare" per forza) non mi 'mbriaca, 2) la chiappa patinata di plastica mi attizza (che credevate??!!), ma mi lascia molto sconfortato e insoddisfatto (questa è una cosa che in effetti dovrei cercare di capire meglio) , 3) le risate di sottofondo come quelle dei tefefilm americani non mi fanno ridere, così come non riesco a ridere se la cosa dev'essere un gesto di cortesia o, peggio, di compiacimento collettivo. Le risate preordinate non mi fanno ridere. Sono tristi e basta (al paragrafo risate si potrebbero aggiungere quelli "applausi", "emozione", "forte emozione", "commozione", "sentore dell'epicità del momento", ecc.).
Qualcuno diceva qualche anno fa che non si ride abbastanza; io credo invece che si rida troppo, ma nei luoghi e nei modi meno opportuni. Chi sono io - dite voi - per stabilire quando e come una ristata è opportuna? Sono uno che trova difficile ridere alla cose per cui oggi si ride. Mi piacerebbe poter circoscrivere il significato di "oggi" al contesto televisivo, ma purtroppo la straripanza del catodico umorismo negli umori del reale mi sembra ormai un dato incontrovertibile. Ovviamente sono io che mi andrò ad estinguere. Il che dal mio punto di vista è un evento comico. Ma proprio il riconoscere la mia stessa probabile estinzione come evento comico è sintomo della mia incompatibilità con la comicità oggi dominante. E' un circolo vizioso. L'unico modo per interromperlo è abbassarsi i pantaloni e porsi ad angolo retto.

venerdì 1 febbraio 2008

dance, dance, dance, dance, dance, to the radio

No language, just sound, that's all we need know, to synchronise
love to the beat of the show.




Tornassero almeno gli anni '80, fossimo noi più glamour, più dark, più metallari, più paninari. Si smettesse almeno di piangere al video, per tornare a cosa poi, al dance to the radio? Ma dicono sia in effetti sempre lo stesso, e forse ieri era anche peggio. Si guarda altrove per non sentirsi soli, si bramano decadi andate, mode passate, per aver l'impressione che il presente sia parentesi, degenerazione, accidente. Solo la bellezza resta, ma quella del momento, che poco aiuta la mattina presto. Ma la verità è che io non ho capito niente, che noi copiamo tutto, e siamo le ombre di noi stessi, di progetti forse nostri o forse no, dei nostri incubi repressi, di una tecnologia che ci manovra, di uno schermo che ci appiattisce, anche quando è interattivo e virtualmente ci risponde... anche allora, soprattutto allora, il nostro culo ne risente, si atrofizza la mente, siamo divorati dal presente. Fuggite, sapiens, fuggite. Fuggiamo umani, rinserriamo le fila delle nostre paure e spandiamole in piazza senza fare show, solo per liberarcene, o per lo meno far finta di liberarcene. Che forse in effetti è il terrore che ancora ci mantiene vivi, l'unico appiglio che ci aggrappa sull'orlo di un burrone vuoto, di un nulla che subsonicamente esploderà, ma lo farà sempre all'interno, perchè non c'è rivoluzione che tenga quando il nemico, il male, non è identificabile in qualcosa di materiale, poichè tutto è materia, noi per primi e non sappiamo più scindere ormai, tanto che anche le informazioni, le parole sono materiali. Non carne, ma plastica.
Siamo un'epoca non biodegradabile.

lunedì 28 gennaio 2008

ubik

Io sono vivo, voi siete morti.

sabato 26 gennaio 2008

lasse gjertsen

Il ragazzo merita - The boy is worth.


venerdì 25 gennaio 2008

a poesia de chi? de kipli!

"La poesia non è di chi la scrive... è di chi gli serve."

Così si difendeva il compianto postino Troisi dalle ire del Neruda-Noiret, al quale aveva rubato una poesia per dedicarla alla Cucinotta.
Ora, Mastella - in linea con la sua perpetua tendenza populistico-ignorantizzante a riportare sempre tutto al popopopolo - avrebbe potuto benissimo difendersi dai critici radical-chic politico-letterari (altrettanto ignorantizzanti: "Oddio, oddio! Neruda si sta rivoltando nella tomba!"), citando il motto del suo quasi-conterraneo. O - peggio - avrebbe addirittura potuto spingersi oltre con un perentorio: "Neruda era il poeta del popopopolo. Se fosse ancora vivo, voterebbe Udeur!".
Per fortuna ci ha risparmiato entrambe le bestemmie.
Il problema è che ormai - si tratti di un posto da dirigente pubblico o d'un componimento poetico, non fa differenza - non sa più nemmeno lui a chi sta indebitamente prendendo cosa. Bisogna che qualcuno l'aiuti, sennò non si raccapezza più: e se questa adesso salta fuori dal Brasile e gli chiede il pagamento dei diritti d'autore? C'è la possibilità che per sdebitarsi San Clemente le affidi la pubblica istruzione nel prossimo governo che andrà a ricattare?
Scuola di samba e beach soccer al posto delle elementari per lui non sarebbero un problema. Ma poi chi glielo spiega che gli tocca far digerire a Ruini pure i trans come insegnanti?

mercoledì 23 gennaio 2008

l'isola dei buster friendly

"Amanda Werner scoppiò nella sua famosa risata, imitata quasi quanto quella di Buster. Amanda Werner e varie altre belle ed eleganti signore straniere dal bel seno conico, provenienti da vaghi paesi mai specificati, più alcuni cosiddetti umoristi bucolici, costituivano il nocciolo duro delle perpetue repliche di Buster. Le donne come Amanda non facevano mai film, non avevano mai parti in teatro; vivevano le loro stravaganti belle vite come ospiti nello spettacolo senza fine di Buster, comparendo sullo schermo - Isidore una volta l'aveva calcolato - anche la bellezza di settanta ore a settimana."

Philip K. Dick, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?

Un mondo postatomico in cui i programmi televisivi sono prodotti da robot umanoidi. Dick lo creò seguendo le sue visioni apocalittiche.
A noi basta accendere la Rai.

domenica 20 gennaio 2008

san clemente

Pio, Magnanimo, Clemente. Così Santo che anche i Santi si fermano in suo onore.

mercoledì 16 gennaio 2008

faith of our fathers

Per uscire da una chiesa non basta saper camminare. L'odore d'incenso può saltarti alle narici in qualsiasi luogo, e quando meno te lo aspetti. E a volte non basta nemmeno tapparsi il naso, perchè l'odore sale da dentro, da un luogo nascosto che nemmeno sapevamo di avere.

"Ma la fede come tale non è per nulla estirpata: essa muta soltanto forma. Infatti in ogni caso il determinismo della predestinazione servì alla centralizzazione più incisiva e sistematica dell'etica dell'intenzione. L'intera personalità, come noi oggi diremmo, e non una singola azione è provvista di eterno valore in virtù della scelta divina. Il pendant non religioso, riposante sul determinismo mondano, di questa valutazione religiosa della fede è quella tipica forma di pudore o, per così dire, di sentimento non religioso del peccato proprio dell'uomo moderno, come effetto di una sistemazione morale in base all'etica dell'intenzione, qualunque ne sia il fondamento metafisico. Il suo segreto tormento non deriva dall'aver compiuto una certa azione, ma dal fatto che egli, senza una propria cooperazione, ossia in virtù della propria immutabile struttura, sia tale da aver potuto compierla; ed è proprio questo che il farisaismo deterministicamente inteso degli altri gli esprime col suo ripudio. Situazione disumana, perchè priva di una sensata possibilità di perdono, di pentimento, di risarcimento, né più né meno della fede religiosa nella predestinazione, la quale almeno poteva immaginare qualche segreta ratio divina"

Max Weber, Economia e Società

sabato 12 gennaio 2008

legalizzata sostanza destabilizzante

E poi dicono che in Svizzera non succede mai niente...

"Quella scoperta, al di là dell'uso illegale più o meno profanato o ritualizzato per scopi mistico-spirituali, conduce alla modificazione del paradigma newtoniano-cartesiano, e ciò non riguarda poche decine di filosofi arrabiati, ma schemi e processi di pensiero che appartengono principalmente a quella fetta d'umanità che domina il mondo e abita in occidente."
Fulvio Grosso

ps: Hoffman ha compiuto ieri 102 anni. Dice che questo è il più bel regalo che potevano fargli. Zum Geburtstag alles gut.

mercoledì 9 gennaio 2008

hello, i'm the ghost...

munnezz...

Non puoi avere di idea di come mi sono sentito di fronte a tanta stupida e cocciuta presunzione: ricordi l'articolo che scrissi sull'amica di ***** che diceva "Napoli=merda-mafia-pizza mandulino-colpa tua"? Questa volta è stato anche peggio. E, ripeto, la cosa triste è che in queste occasioni mi lascio tirare in mezzo per - non certo difendere - semplicemente cercare di chiarire le intricatissime questioni riguardanti una città che comunque non è la mia!! Mi chiedo perchè diavolo vado avanti a farlo. Non mi ci vorrebbe un cazzo a dire, come fanno molti abitanti di *********: "Io sono ***********, non me ne fotte un cazzo di quegli stronzi di napoletani". Ma non ce la faccio a dirlo, perchè comunque mi sento parte di quello che, nel bene e nel male, succede in questo schifo di paese d'o Sole e d'o Mare 'e munnezz. La provincialità dei *********** è la stessa che tu riscontri in ******. Ieri sera non potevo credere - ti giuro, non riuscivo a capacitarmi - che per lui il problema fosse la figura che faceva in ufficio coi colleghi!!!! Qua la gente muore, abbiamo i tassi di tumori e malattie interne più alti d'europa, i bambini nascono malati neanche fossimo a chenobyl!!! Noi viviamo ogni girono nella periferia di Calcutta e quello si preoccupa di essere lo zimbello in ufficio!!! E non solo se ne preoccupa, s'incazza addirittura con me perchè a suo dire non faccio niente oppure non decido di andarmene. Oggi di fronte al telegiornale mi sono venute le lacrime, ti giuro. Piangere sul Tg1 per un motivo che non sia la vista di Riotta è un esperienza traumatica. Le aziende agricole rischiano il collasso: hanno visto le loro esportazioni scendere del 50% in meno di dieci giorni. Anche quelli che non c'entrano un cazzo sono bollati come marci, infetti, sia biologicamente che culturalmente... Una cosa avevamo di buono, il cibo. Siamo riusciti a rendere avariato anche quello. E anche quando non lo è, ormai è la nominata che conta. Tutto ciò che è Campania sarà da buttare (se non lo è già) nel giro di dieci anni: di questo sono ormai certo.
Se questa terra va a puttane, la responsabilità è pienamente sua (cioè nostra, mia). Questo è un punto da cui non si scappa. Ma mi fa vomitare bile vedere coloro che su questi sfaceli hanno lucrato e tutt'ora lucrano, aggravandoli fino all'estremo, che adesso vanno in televisione a sputtanare i soliti meridionali incapaci, ignoranti, corrotti. E peggio ancora mi sento morire quando il primo stronzo di turno, forte della sua presunta sicurezza scientifica e informato dai Riotta di turno, mi rimbalza in faccia quelle accuse come se il solo fatto di risiedere sul suolo napoletano sia condanna che mi sono scelto consapevolmente e a cui perciò contribuisco con la mia sola presenza.